Verrà distribuita a tutti i fedeli della Calabria, il 25 novembre, ultima domenica dell’anno liturgico, festività di Cristo Re, una Nota della Conferenza Episcopale Calabra (Cec) contro la ‘ndrangheta, che trae il titolo dal un versetto del Vangelo di Luca (13, 5): “Se non vi convertirete perirete tutti allo stesso modo”.
L’idea di una Nota contro “una criminalità dai tratti violenti, nascosti e pervasivi, tesa ad assoggettare risorse economiche, relazionali e sociali […], un potere mafioso che permea di sé sia i singoli sia le istituzioni”, è nata dall’ultimo convegno della Caritas Regionale del gennaio scorso, dove si è appunto discusso della mafia in Calabria.
La presentazione porta la firma di Mons. Vittorio Mondello, arcivescovo metropolita di Reggio Calabria- Bova e Presidente della Cec, il quale ha affermato che in un primo momento i Vescovi di Calabria erano propensi a stilare un vero e proprio documento contro la criminalità organizzata, ma hanno in seguito deciso di scrivere una semplice nota dopo l’intenzione di Mons. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, di riprendere, aggiornandolo, il documento nazionale sul Mezzogiorno d’Italia dal titolo “Chiesa italiana e Mezzogiorno d’Italia” di una ventina d’anni addietro.
“Le mafie-si legge nella Nota- di cui la ‘ndrangheta è oggi la faccia più visibile e pericolosa, costituiscono un nemico per il presente e l’avvenire della nostra Calabria. Noi dobbiamo contrastarle, perché nemiche del Vangelo e della comunità umana. In nome del Vangelo, dobbiamo tracciare il cammino sicuro ai figli fedeli e recuperare i figli appartenenti alla mafia”.
I Vescovi della regione richiamano le ragioni dell’operare insieme per vincere “le armate del diavolo e spezzare le catene del peccato”: Chiesa, famiglia, scuola, giovani, magistratura, forse dell’ordine, sistema delle imprese:
Alla scuola viene data dai vescovi calabresi, una notevole importanza, perché “laboratorio democratico di convivenza e di formazione dei cittadini di domani. La comunità scolastica si riappropri della sua peculiare funzione educatrice, coltivando negli studenti la volontà di resistere ai soprusi, alle ingiustizie e ad ogni forma di illegalità, anche strisciante, e sviluppando nei giovani il senso della responsabilità nella difesa dei diritti fondamentali e del rispetto per ogni uomo, vero antidoto alla violenza”.
La Nota del 25 novembre non è comunque la prima dura presa di posizione dell’episcopato calabro nei confronti della ‘ndrangheta. Infatti la Conferenza Episcopale Calabra già il 30 novembre 1975 era scesa in campo pubblicando la famosa “Lettera contro la mafia”, che rimane come punto di partenza per una più forte pastorale e un più consapevole impegno sociale della Chiesa calabrese. Da non dimenticare poi gli innumerevoli interventi sul tema di lotta alla mafia confluiti nei diversi comunicati finali delle sessioni di lavoro della Conferenza Episcopale Calabra.