Un “fondo straordinario” per le scuole paritarie messe in crisi dall’emergenza coronavirus. A chiederlo è la Conferenza Episcopale Italiana.
“Allo Stato non si chiedono privilegi né elemosina, ma di riconoscere il servizio pubblico che queste realtà assicurano. Intervenire oggi, con un fondo straordinario destinato alle realtà paritarie o con forme di sostegno, quali la detraibilità delle rette, alle famiglie, è l’ultima campanella”, scrive don Ivan Maffeis, sottosegretario della Cei.
“Grazie al sottosegretario della Cei, don Ivan Maffeis, per aver lanciato l’appello a favore delle scuole paritarie affinché il Governo salvaguardi una parte integrante del servizio scolastico pubblico e preservi un presidio educativo fondamentale nel nostro Paese”. Così Virginia Kaladich, presidente della Fidae, la federazione delle scuole paritarie cattoliche, ha commentato il messaggio del sottosegretario della Cei.
“Condivido quello che il sottosegretario della Cei ha scritto e in particolare come Fidae da sempre ci stiamo battendo per far capire che allo Stato non si chiedono privilegi né elemosina, ma il riconoscimento di un servizio pubblico che queste realtà assicurano nel pieno rispetto della legge sulla parità scolastica (la 62/2000)”, afferma Kaladich.
“È una battaglia prima di tutto culturale ma, se non possiamo aprire una breccia da questo punto di vista, almeno che si tenga in considerazione l’aggravio di spesa, come sottolinea don Ivan Maffeis, che peserebbe sulla collettività nel caso in cui a settembre tante scuole paritarie non fossero nelle condizioni di riaprire. Lo stato emergenziale dovuto al Covid-19 non può e non deve modificare, in maniera peggiorativa, il nostro sistema di istruzione perché è dalla scuola che questo Paese, una volta superata l’emergenza sanitaria, dovrà ripartire”.
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