Si tratta dell’increscioso fenomeno della compra-vendita di titoli, certificati e varie, cose che, sembrano succedere a livello di istituti paritari in certe regioni.
Ne ha parlato Repubblica – La scuola siamo noi- graduatorie, ma il punteggio è giusto?, già nel lontano ottobre 2014.
Poi il Corriere della Sera, l’8 novembre 2017, a firma di Carlo Macrì con un articolo: Scuola, sospesi 33 insegnanti di sostegno con falsi certificati.
Allora, qual è il vulcano che cova sotto la cenere? E’ iperbolica la figura perchè i vulcani non stanno sotto la cenere, ma nella loro camera magmatica, pronti a esplodere.
Qui potrebbe esplodere il fatto che bisognerebbe fare dei controlli dei titoli, in maniera più efficace e cioè controllare tutti i titoli, servizio e altro, acquisiti da istituti paritari del Sud, Centro e Nord Italia.
Ma questo deve essere fatto, però, non a livello di singolo istituto, ma, in una regione come la Lombardia, a livello centrale regionale, istituendo una specie di task force che verifichi se determinati istituti paritari hanno rilasciato varie certificazioni a diverse persone contemporaneamente nello stesso anno scolastico.
Quindi, i dirigenti scolastici, i cui uffici sono impegnati a controllare le domande di quest’ultima infornata di richiesta di immissione in graduatorie ATA 2017/2019, dovrebbero, su disposizione centrale regionale degli USR, inviare tutti i dati riguardanti i candidati che hanno titoli acquisiti da lavoro dipendente da istituti paritari.
Capisco che sarebbe un lavoro immenso, che si potrebbe affidare a ditte esterne, o a un comitato di personale docente e dirigente in pensione, con lo scopo di accertarsi della regolarità dei titoli vantati dai candidati ATA.
Ma se tanto mi dà tanto, non ci vuole molto a comprendere che qualcosa di poco lecito, circola in questo affare della compra vendita di titoli anche per le graduatorie di III fascia ATA, in tutte le regioni. Il malcostume è così generalizzato in Italia che nulla è impossibile che non sia possibile anche per le graduatorie di personale non docente, III fascia ATA, in questa fase attuale. Io un pensierino ce lo farei.
di Giovanni Cappuccio