Categorie: Politica scolastica

La chiamata diretta è morta, viva la chiamata diretta!

La chiamata diretta dei docenti sta per ricevere l’estrema unzione e la morte è ormai quasi sicura (ovviamente un miracolo è sempre possibile).

Dal Ministero non lo dicono chiaramente ma i segnali ci sono tutti: da un lato si dice che per le assunzioni ci vuole ancora un po’ di tempo e dall’altro la Ministra non perde occasione per ribadire che ai primi di settembre i docenti dovranno essere tutti al loro posto. Se si considera che le operazioni per la chiamata diretta richiedono un certo numero di giorni c’è da chiedersi come le diverse esigenze potranno essere conciliate. Ed ecco che sta spuntando una possibilità: per quest’anno, in via eccezionale (ovviamente bisogna sempre trovare una via d’uscita per “salvare la faccia”) i docenti non saranno chiamati dai ds ma saranno assegnati dagli USR sulla base del loro punteggio. D’altra parte è bene ricordare che sono passati tre mesi e mezzo dalla firma del famoso contratto dell’11 aprile e la Funzione Pubblica non ha ancora dato il via libera. Ovviamente tutto si può raccontare, anche che è necessaria una soluzione eccezionale per una situazione eccezionale, ma se vogliamo esaminare la situazione in modo spassionato, non dobbiamo dimenticare alcuni elementi. La chiamata diretta sta saltando perchè alcune migliaia di dirigenti scolastici hanno preannunciato da tempo che ad agosto non faranno nessuna chiamata, ma anche perchè centinaia e centinaia di collegi dei docenti non hanno approvato i criteri per le chiamate. E allora molto meglio dire che la chiamata salta per eventi eccezionali e perchè si vuole avere i docenti in cattedra già dal primo giorno di scuola. Tutto sommato è un buon modo di spiegare le cose anche per i sindacati del comparto che avevano sollecitato i collegi dei docenti a deliberare i criteri e non hannon condiviso la protesta dei dirigenti scolastici (protesta sostenuta dall’ANP ma che sta coinvolgendo anche gruppi spontanei di dirigenti in tutta Italia). Si può raccontare ciò che si vuole, ma in questo caso la realtà è una: la chiamata diretta è saltata (e probabilmente scomparirà del tutto a partire dal prossimo anno) per le proteste delle scuole e per la farraginosità del meccanismo burocratico che ministero e sindacati hanno voluto tenere in piedi.

Reginaldo Palermo

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