La chiamata diretta doveva essere la novità più importante della Buona Scuola. E invece, come scrive Il Sole 24 Ore, la chiamata diretta è stata nuovamente “affossata”: nelle operazioni di trasferimento infatti sono stati individuati dai presidi meno del 30% dei circa 12mila insegnanti finiti negli ambiti territoriali (quindi, poco più di 3.300). Anche tra i docenti neo-immessi in ruolo la chiamata per competenze da parte del dirigente scolastico ha interessato meno della metà delle persone (12.976 docenti sui complessivi 27.388 assunti al 13 agosto).
Il boicottaggio è stato maggiore al Centro-Sud. Discorso diverso al Nord, dove nonostante numerosi posti liberi le percentuali di insegnanti selezionati non sono state elevatissime: 66,21% per i neo-immessi in ruolo; si è crollati al 29,96% nei trasferimenti.
LA REAZIONE DELLA GILDA – “Sul flop totale della chiamata direttaabbiamo ampiamente ragione come dimostrano anche i dati del Miur pubblicati dal Sole 24 Ore: preso atto del fallimento, adesso si ritorni al sistema delle graduatorie con criteri oggettivi, così come previsto dalla Costituzione”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commenta i risultati del monitoraggio effettuato da viale Trastevere.
“Il quadro tracciato dal Miur – afferma Di Meglio – conferma pienamente quanto già la Gilda aveva rilevato attraverso le proprie sedi provinciali: soprattutto nelle regioni del Centro e del Sud i presidi hanno preferito che ad assegnare i professori ai loro istituti fossero gli uffici scolastici territoriali”.
“Di fronte a questo palese fiasco, segno che anche i dirigenti scolastici non sono più alleati del Miur sul fronte della Buona Scuola, – conclude il coordinatore nazionale della Gilda – sarebbe opportuno che il Governo facesse un passo indietro e ripristinasse il sistema di selezione basato su punteggi e graduatorie”.