Categorie: Politica scolastica

La chiamata diretta non piace a nessuno

La chiamata diretta è stato il tormentone della prima parte dell’estate, ma continuerà ad esserlo anche nelle prossime settimane, dopo le linee guida del Miur.

Numerosi i commenti negativi, a partire dai sindacati, passando dai politici e addetti ai lavori, senza contare i numerosi interventi dei docenti in merito.

Fabrizio Bocchino (Sinistra Italiana – Altra Europa con Tsipras), fa notare che “ancora una volta il Governo si dimostra incapace di pianificare e gestire correttamente, con trasparenza e criteri oggettivi, uno dei punti più contestati della cosiddetta ‘buona scuola’, la chiamata diretta dei docenti”. E prosegue: “La bozza di ‘indicazioni operative’ presentata ieri dal MIUR ai sindacati confederali, senza coinvolgere chi nella scuola lavora, è riuscita a far infuriare tutti, insegnanti e dirigenti scolastici, e rende carta straccia gli accordi raggiunti finora con i sindacati in sede di contrattazione”.
Il senatore fa notare i tempi strettissimi delle operazioni: “i docenti hanno appena 5 giorni dalla pubblicazione dell’avviso per presentare la domanda alle scuole, mentre i dirigenti hanno appena 3 giorni per valutare i curricula e scegliere. Il tutto nel mese di agosto, costringendo il personale amministrativo a rinunciare alle ferie già programmate”.

Oltre i confederali, anche gli altri sindacati del comparto scuola attaccano il ministero. Per l’USB, “l‘atto unilaterale del Miur getterà le segreterie nel caos, contribuirà all’umiliazione dei diritti di una intera categoria di lavoratori, già obbligati a una mobilità nazionale, e sarà la riprova della ‘mala scuola’ propugnata da un ministero dimentico di qualunque forma di dialogo democratico e di buon senso”. Il sindacato chiede al Miur di “annullare immediatamente le procedure per la chiamata diretta e ripartire con una reale contrattazione dei criteri di assunzione che non sia una concertazione al ribasso sulla demolizione dei diritti lavoratori e degli studenti”.

Anche Feder ATA interviene in merito, sottolineando il problema delle segreterie affollate nel mese di agosto: “Ci sarà un carico di lavoro molto più gravoso e complesso nelle nostre Segreterie Scolastiche; e avremo molte più tensioni e maggiori conflitti che porteranno tanta confusione e incertezza nell’apertura del nuovo anno scolastico”. “I nostri Uffici di Segreteria, prosegue Feder ATA, si troveranno di fronte ad un aumento di lavoro disumano durante il periodo estivo, quando un ‘essere umano’ dovrebbe godere di un meritato periodo di riposo dopo un estenuante anno di lavoro”.

Fabrizio De Angelis

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