Secondo la Chiesa le riforme normative messe in campo dalla Gelmini ridanno credibilità al sistema scolastico: il messaggio è arrivato il 22 settembre dal cardinale Angelo Bagnasco, Presidente dei vescovi italiani, in occasione dell’apertura del Consiglio permanente della Cei.
Senza entrare nel merito delle norme introdotte o avviate a livello parlamentare nelle ultime settimane dal Ministro in carica, il cardinale ha detto che “sul fronte della scuola si stanno mettendo in campo innovazioni e recuperi volti a dare una maggiore credibilità ed efficacia all’istruzione e ai suoi operatori”.
Senza entrare nel merito delle norme introdotte o avviate a livello parlamentare nelle ultime settimane dal Ministro in carica, il cardinale ha detto che “sul fronte della scuola si stanno mettendo in campo innovazioni e recuperi volti a dare una maggiore credibilità ed efficacia all’istruzione e ai suoi operatori”.
Il giudizio del porporato è tuttavia soggetto ad una condizione: la parità tra le scuole laiche e cattoliche: “pensiamo che la vera chiave di volta – ha sottolineato Bagnasco – non potrà che non venire dal riconoscimento del ruolo primario della famiglia, messa in condizione di scegliere all’interno di un sistema effettivamente paritario e integrato, in cui ad emergere siano le diverse opportunità in vista di abilità giovanili obiettivamente più apprezzabili”.
Il cardinale non ha risparmiato parole di condanna, invece, per i sempre più “frequenti episodi di violenza e di spregio della vita umana che vedono spesso protagonisti dei giovani, perfino minorenni”. Situazioni che, sempre secondo il presidente della Cei, deriverebbero dal “vuoto dell’anima” tipico della società moderna e derivante “dalla povertà di valori oggettivi e universali; vuoto che stravolge fino a sostituire ciò che è buono con ciò che non lo è, il giusto con l’ingiusto, il vero con il falso. Il tutto – ha continuato Bagnasco – assume i connotati di una grave carenza rispetto al dovere educativo che, se da una parte si presenta oggi con i tratti di un’autentica e prioritaria urgenza, dall’altra costituisce la principale risorsa di un Paese che vuol guardare concretamente al futuro”. Il cardinale ha anche colto l’occasione per rivolgere ”sincera e cordiale stima a tutto il personale scolastico, a cominciare dai docenti per l’importanza e la nobiltà del ruolo che ricoprono a livello culturale, educativo e sociale”.
Nella stessa giornata il Ministro Gelmini ha intanto voluto rassicurare gli oltre 20 mila docenti di religione: “come tutto il personale di ruolo – ha detto il responsabile dell’Istruzione durante la trasmissione ‘Porta a porta’ su Rai Uno – non verranno coinvolti dal piano dei tagli prefissati”. D’altra parte sarà molto difficile che nei prossimi anni gli insegnanti di religione cattolica oggi in servizio possano andare in sovrannumero: complessivamente, tra scuola primaria e secondaria inferiore, il numero delle attuali ore d’insegnamento della materia dovrebbe infatti subire un’integrazione. Per la conferma, però, bisognerà attendere il quadro analitico (ormai è questione di giorni, forse di ore) relativo al piano programmatico della legge 133/2008.