A sei mesi circa dalla chiusura delle istituzioni scolastiche, mentre ci si preoccupa di sicurezza, controlli, arredi oltre che naturalmente in generale delle ripercussioni del lockdown a livello economico, in tutti i settori lavorativi, emerge solo tra le righe il conto della perdita del capitale umano. Quando si parla di questo si intende andare a verificare in campo educativo i livelli di apprendimento raggiunti, rispetto a condizioni normali. Nella scuola italiana un indice di misurazione come quello delle prove Invalsi è stato praticamente spazzato via dall’emergenza sanitaria, le prove sono infatti state cancellate e rinviate all’anno scolastico 2020/2021.
Una possibile guida per comprendere nello specifico i danni relativi al capitale umano, partendo dalla situazione educativa, viene da alcune ricerche internazionali tra cui quella degli studiosi statunitensi Giorgio Bellettini e Andrea Goldstein, autori del volume “The Italian economy after Covid-19”, edito da Bononia University Press, e pubblicato nella versione italiana qualche giorno fa. A livello mondiale inoltre in generale l’Onu ha reso noto che al momento le analisi sin qui condotte indicano il learning loss di un terzo, paragonato allo scorso anno, sia per la lettura che per le competenze matematiche. Come si colloca l’Italia in questo calcolo?
La scuola italiana ha reagito all’emergenza sanitaria in modo costruttivo, soprattutto grazie all’ingente sforzo prodotto a tutti i livelli nelle azioni di adozione e adattamento alla didattica a distanza, è tuttavia verosimile che il 2019-2020 si sia concluso con un livello di apprendimenti degli studenti inferiore rispetto al precedente anno scolastico. Se si prendono in considerazione le stime internazionali, sembra che il rientro autunnale a scuola si possa quantificare con un incremento di conoscenze e competenze inferiore di circa il 32-37 per cento per la lettura e del 50-63 per cento per la matematica, rispetto ad un anno scolastico tradizionale.
Secondo lo studio di Bellettini e Goldstein, i futuri guadagni, le prospettive di lavoro, la salute e la qualità della vita sono una funzione del capitale umano; si stima infatti che il tasso medio di rendimento nell’istruzione sia pari circa al 10 per cento del reddito futuro per ogni anno aggiuntivo di scolarizzazione, quindi considerando una chiusura delle scuole di 14 settimane, la perdita di guadagni futuri è pari al 3,5 per cento all’anno durante l’intero arco della vita lavorativa di uno studente.
Quando i bambini perdono l’istruzione, perdono le opportunità future, compresi i benefici economici, come i guadagni supplementari, con conseguenze di vasta portata. Alcuni modelli suggeriscono che la perdita di apprendimento durante la straordinaria crisi sistemica della seconda guerra mondiale ha avuto ancora un impatto negativo sulla vita degli ex studenti circa 40 anni dopo.
E nemmeno l’impatto della perdita di apprendimento è limitato al livello individuale: per intere società che chiudono l’istruzione oggi, ci saranno probabilmente conseguenze significative domani, scrivono in un altro studio Psacharapoulos, Patrinos, Collis e Vegas , tanto che per l’ONU si parla di una vera e propria “catastrofe educativa”.
In termini numerici se si ipotizza una vita lavorativa di circa 40 anni si arriva a stimare un rendimento annuo del capitale umano pari all’attuale 84% di un salario medio annuo. Se diamo uno sguardo all’Italia e si considerano 8,4 milioni di studenti, la cifra diventa approssimativamente di 178 miliardi di euro, ovvero circa il 10 per cento del Pil 2019, con costi significativi a livello individuale.
Come è stato su più fronti evidenziato, inoltre, la perdita di apprendimento a causa dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 non è stata uniforme, rischiano infatti di avere maggiori danni gli studenti che non possiedono connessioni a banda larga o dispositivi che consentano loro di seguire regolarmente le lezioni online, seguiti da coloro con disabilità, che sono il 3,7 per cento del totale e infine da chi proviene da famiglie svantaggiate, la scolarità infatti spesso dipende fortemente dall’aiuto dei genitori, che a sua volta dipende dal loro grado di istruzione, disponibilità di tempo, stile genitoriale e risorse finanziarie.
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