Il Prof. Sebastiano Natoli, dirigente scolastico, è balzato agli onori della cronaca nei mesi scorsi per essere stato vittima di un’aggressione avvenuta a gennaio 2018 mentre svolgeva il suo lavoro. Si tratta di fatti gravi che purtroppo nel mondo della scuola negli ultimi anni si ripetono con una certa frequenza e hanno quasi sempre lo stesso bersaglio: il personale che opera con dedizione.
La CISL Scuola Calabria su quanto avvenuto ha preso una decisa posizione durante il consiglio generale che si è tenuto presso presso l’Istituto Comprensivo “M. Macrì” di Bianco (RC), esprimendo solidarietà al DS colpito. All’iniziativa ha partecipato tutta la Cisl Scuola calabrese ed il segretario della Cisl Calabria Paolo Tramonti.
Per la CISL Calabria il segretario generale Arcangelo Carbone, il Segretario della Cisl Scuola di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia Raffaele Vitale, anche nella qualità di Coordinatore regionale dei DS, Vincenzo Guida (KR), Alfredo Silipo (CZ), Talarico (CS) e l’ex segretario Giovanni Policaro.
Al termine del consiglio è stato diramato il seguente comunicato:
Il linguaggio della violenza non deve appartenere al mondo della scuola che è l’ambiente in cui bisogna sviluppare la cultura al rispetto degli altri, all’inclusione e a contrastare ogni forma di violenza. L’aggressione subita dal Dirigente Scolastico Sebastiano Natoli si configura come un vile atto ai danni non solo della vittima ma dell’intera istituzione, quale presidio di legalità, che rappresenta.
La CISL Scuola si è spesa nell’ultimo rinnovo contrattuale per l’inserimento di un articolo in cui si parla di “Comunità educante” in quanto fa parte del pensiero e dell’azione della CISL e della CISL Scuola informata ai valori democratici in cui tutti i soggetti che operano nella comunità scolastica concorrono. Bisogna ricostruire il Patto Educativo tra scuola e famiglia, una volta implicitamente e socialmente accettato, ora drammaticamente messo in discussione. Il Patto di Corresponsabilità deve essere agito quotidianamente, non deve sussistere solo formalmente.Bisogna lavorare per ricostruire i rapporti all’interno della famiglia provata da un contesto socio-economico e tecnologico in cui non si può prescindere dal ruolo dell’istruzione al centro dei processi del cambiamento radicale che stiamo vivendo.
Negli anni, il tentativo di innovare la scuola attraverso le varie correnti psico-pedagogiche non deve essere invano, ci si è posti l’obiettivo di mettere i nostri alunni al centro, di non considerarli più un contenitore sterile da “riempire”, una “tabula rasa” su cui scrivere; sono state accorciate le distanze: i genitori sono diventati “amici” dei loro figli e i docenti “compagni di banco”; i ruoli sono stati reimpostati, capovolti, stravolti col rischio di non comprendere la propria funzione all’interno dei rapporti umani. Bisogna avere il coraggio, quando opportuno, di fare scelte coraggiose, che facciano crescere e maturare i rapporti all’interno della famiglia, in quanto: “Si educa molto con quello che si dice, ancor più con quel che si fa, molto più con quel che si è” (Sant’Ignazio di Antiochia).