Il nulla di fatto sul blocco degli scatti stipendiali del 2011 e l’ipotesi dell’estensione dell’orario di tutti i docenti italiani a 24 ore, stanno facendo saltare i già sottili equilibri che reggevano i rapporti tra i sindacati e l’amministrazione. Tanto che nelle ultime ore anche le organizzazioni più moderate e propense al dialogo hanno rotto gli indugi. Assumendo un atteggiamento duro, che tra poche ore li porterà ad annunciare la data dello sciopero unitario.
Dopo la Uil Scuola, che ha prodotto dati concreti sulla mancanza di motivazioni che porterebbero l’incremento di ore d’insegnamento, anche la Cisl Scuola si è lasciata andare a giudizi poco lusinghieri. A deludere il sindacato guidato da Francesco Scrima è stato, in particolare, il ministro Profumo. Reo, secondo lo stesso segretario generale, di continuare ad illudere i sindacati e lavoratori. Vale per tutte, la questione degli scatti di anzianità. Per risolvere la quale, il Ministro aveva preso un preciso impegno già nel mese di dicembre del 2011.
“Per un confronto serio – sostiene il segretario generale della Cisl Scuola – servono interlocutori credibili e affidabili, e il ministro in questo momento non lo è. Troppa latitanza su questioni che vedono impegni non mantenuti e attese tradite. Troppa superficialità nel proporre provvedimenti come quelli varati in questi giorni, che spacciano per riorganizzazione e flessibilità un altro poderoso taglio alle risorse della scuola, un taglio che ci costerà un miliardo di euro, perchè a tanto equivale la perdita di altri 30.000 posti di lavoro”
Scrima rivendica, poi, il mancato rispetto dei ruoli. E quello del sindacato, con l’approvazione del Cdm della bozza di Legge sulla Stabilità, è stato invece letteralmente calpestato: “anche l’accento al prossimo contratto – dice il sindacalista – suona provocatorio, quando si interviene così sfacciatamente sul contratto vigente, stravolgendolo su materie come l’orario di lavoro. Non si può chiedere il confronto e intanto mostrare così poco rispetto per la contrattazione e il ruolo delle parti sociali”.
Inevitabile la conclusione. “Noi intanto confermiamo le azioni di lotta per il mancato avvio della trattativa sugli scatti e per le inaccettabili norme contenute nel ddl stabilità. Se il ministro vuole presentarsi come interlocutore credibile – conclude Scrima – si attivi perchè quelle norme siano cancellate”. E perché quella del ministro Profumo non si traduca in una breve esperienza a viale Trastevere, ricordata da tutti per l’adozione di mancate promesse e di provvedimenti unilaterali e particolarmente impopolari.