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La Cisl Scuola scrive alla Commissione Europea

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La Cisl Scuola non ci sta. E scrive alla Commissione europea una nota per aggiornarla in merito alla riforma della scuola, se riuscirà a risolvere o meno la violazione della Direttiva 1999/70 CE, quella che impone di rimediare all’uso reiterato dei contratti a termine stabilizzando i rapporti di lavoro qualora si protraggano per più di tre anni.
“La denuncia alla Commissione europea è partita infatti da un cittadino italiano” – fa sapere il sindacato – “che spiegava come in Italia tale direttiva viene puntualmente disattesa. Ricevuta la denuncia, insieme ad altre dello stesso tenore, la Commissione Europea ha chiesto chiarimenti alle autorità italiane e dalle risposte ottenute ha dedotto che la legge di riforma attualmente in discussione alle Camere consentirebbe di risolvere – in gran parte se non nella totalità – il problema dei precari della scuola, per i quali si prospetterebbe la trasformazione a tempo indeterminato del proprio contratto di lavoro”.
“La Commissione Europea rispondendo con una propria lettera al cittadino italiano, autore della denuncia – sostiene il sindacato – ha voluto dare credito alla risposta del governo”.
Ma la Cisl scuola ha deciso di fornire dei chiarimenti in merito alla discussione del decreto legge, che invece non contempla il rispetto della direttiva comunitaria, ipotizzando uno scenario assai diverso da quello prospettato alla Commissione, dove decine di migliaia di precari con diritto alla stabilizzazione non rientrerebbero fra i destinatari del piano assunzionale.
Considerato che la Commissione Europea, nella sua risposta, si dice impegnata a seguire con attenzione l’iter del disegno di legge, anche al fine di valutare la necessità di un suo eventuale ulteriore intervento sulla questione, la Cisl Scuola ha ritenuto opportuno inviare alla Commissione stessa una lettera di precisazioni, nella quale fornisce le informazioni necessarie a mettere in evidenza la realtà dei fatti e a far luce sull’effettiva portata dei provvedimenti in discussione, ben lontani dal dare soluzione definitiva al problema del precariato.