Tutto inizia con la scomparsa improvvisa di una docente di un liceo catanese, dove ha insegnato per 25 anni, con le conseguenti indagini della commissaria di polizia, Beatrice. Un tipo tosta e determinata che attraverso il diario della scomparsa cerca di sbrogliare la matassa.
Tuttavia più che il giallo in se stesso, ciò che guida il plot del romanzo è racchiuso in quel diario nel quale la prof si racconta e racconta la scuola, con tutte le sue sfaccettature, i suoi inganni e le sue rivelazioni, nel rapporto fra colleghi e alunni. E’ dunque dentro la scuola, tra i suoi recessi e le sue aperture che bisogna indagare.
Ma in quel diario si scopre anche qualcos’altro, l’anima della docente con le sue indecisioni e le sue asprezze, gli amori e le delusioni che saranno la molla sufficiente a spingere la poliziotta a risolvere il caso.
Edito da Scatole Parlanti, “La classe di Bruna “, 14,00 euro, di Daniela Longo, convince per l’originalità della invenzione letteraria e per lo stile sobrio ma incisivo, mentre questa sorta di giallo psicologico, perché basato sul diario della docente e dunque sulle tracce lasciate dal suo racconto, si srotola attraverso le indagini della commissaria che però si serve della guida illuminante di quel giornale di bordo della docente.
Una sorta di cifrario che, oltre ad aprire squarci interessanti sulla scuola, richiama E. A. Poe ma anche quella vasta letteratura che sulla diaristica ha impiantato monumenti letterari.
Daniela Longo insegna Italiano e Latino al Liceo scientifico “Principe Umberto “di Catania