Dopo il caso del Virgilio, un’altra vicenda di cronaca travolge un liceo romano. Stavolta è toccato al Russell, a due passi dalla stazione Tuscolana, non molto distante da Piazza San Giovanni, dove la mattina del 24 gennaio una studentessa 15enne è finita all’ospedale del quartiere in codice rosso, per coma etilico derivante dall’assunzione di una quantità eccessiva di vodka.
La giovane si è accasciata sulle scale interne dell’istituto, dove era in pieno corso la cosiddetta co-gestione, una didattica alternativa, con la presenza concordata di persone anche esterne all’istituto, sempre più adottata per scongiurare l’occupazione della scuola.
La giovane ha avuto un collasso
“Stando a quanto ricostruito fino ad ora – scrive l’Ansa – la giovane avrebbe accusato un malore dopo aver bevuto alcuni bicchieri di vodka. Forse una bravata o un gioco tra ragazzi che rischiava, però, di finire in tragedia. La ragazzina ha avuto un collasso, probabilmente un coma etilico”, ed è stata “ricoverata al San Giovanni, dove i medici di stanno prendendo cura di lei. Al momento è sedata ma non in pericolo di vita. Una volta che le sue condizioni saranno migliorate sarà ascoltata anche lei dalla polizia per cercare di ricostruire l’episodio”.
Gli investigatori, che hanno ascoltato compagni, docenti e anche i genitori della 15enne, stanno cercando di capire se l’assunzione di alcol sia avvenuta all’interno dell’istituto e, in caso di conferma, chi sia stato ad introdurlo. Da accertare anche chi era preposto in quel momento alla vigilanza degli studenti: in pratica, si cerca di capire se i docenti avessero un ruolo, seppure non da protagonisti, nella gestione della didattica alternativa.
Intanto, l’Ufficio scolastico regionale per il Lazio che ha chiesto una relazione al dirigente scolastico, a seguito della quale potrebbe scattare un’ispezione nell’istituto.
Eppure gli studenti apprezzavano la didattica alternativa
La dirigente scolastica del liceo romano, Anna Maria Aglirà, scrive ancora l’agenzia nazionale, intant, ha deciso di interrompere da subito la settimana di didattica alternativa, una cogestione delle attività scolastiche tra docenti e studenti iniziata lunedì e molto apprezzata dagli studenti.
Si tratta di una moderna autogestione tra proiezioni cinematografiche, dibattiti, convegni ma anche lezioni di chitarra e lingue straniere come il cinese. Gli studenti hanno chiesto alla dirigente un’assemblea straordinaria per parlare dell’episodio da svolgersi il 25 gennaio, il giorno successivo al fatto di cronaca, quando le attività scolastiche riprenderanno il loro iter normale.
Rusconi (Anp): gli studenti sempre sotto la diretta responsabilità degli insegnanti
Su questi temi, proprio sulla didattica flessibile, solo qualche settimana fa La Tecnica della Scuola ha intervistato Mario Rusconi, presidente Lazio dell’Associazione nazionale presidi e alte professionalità, che è stato dirigente scolastico in due istituti importanti della capitale: il liceo classico Tasso e lo scientifico Newton.
In questa occasione, commentando quanto accaduto al Russel, Rusconi ha tenuto a precisare che “la scuola deve sempre vigilare sugli studenti anche durante la didattica alternativa. Durante le giornate di didattica alternativa gli studenti sono sotto la diretta responsabilità degli insegnanti. Si tratta naturalmente di giorni in cui sono più liberi di organizzare attività che vanno oltre il normale curriculo scolastico”.
“Tuttavia – ha continuato – non bisogna dimenticare che devono essere organizzate con la partecipazione diretta dei docenti i quali, ripeto, hanno anche l’onere di garantire la salvaguardia e l’incolumità dei ragazzi. Nel caso in cui gli studenti siano quasi “abbandonati a se stessi” si tratterebbe di una forma surrettizia di occupazione della scuola che non possiamo considerare ne tollerabile ne utile dal punto di vista formativo”, ha concluso Rusconi.