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La Commissione Ue contro Meta: “Facebook e Instagram possono favorire dipendenze nei bimbi”

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La Commissione europea, avviando un procedimento nei confronti di Meta per non avere tutelato i minori, ha espresso timori nei confronti di Facebook e di Instagram, compresi i loro algoritmi, perché potrebbero stimolare dipendenze comportamentali nei bambini, oltre a creare il cosiddetto effetto “rabbit-hole” (tana del coniglio).

Inoltre, sembra pure che la Commissione, essendo preoccupata per i metodi di verifica dell’età usati da Meta, ha avviato, basandosi su un’analisi preliminare del rapporto di valutazione dei rischi, un procedimento che riguarda tre aree: 

quella del rispetto degli obblighi di Dsa in materia di valutazione dei rischi causati dalla progettazione di Facebook e Instagram, che possono sfruttare le debolezze e l’inesperienza di minori e provocare comportamenti di dipendenza e/o rafforzare il cosiddetto effetto “tana del coniglio”.  Questo effetto “si verifica quando un utente viene esposto a contenuti simili in modo continuo e crescente, spinto dagli algoritmi a consumare sempre più materiale dello stesso tipo”.

Una seconda area riguarda la conformità di Meta con i requisiti della Dsa in relazione alle misure per prevenire l’accesso dei minori a contenuti inappropriati o che potrebbero non essere ragionevoli, proporzionati ed efficaci. 

La terza area riguarda il rispetto da parte di Meta degli obblighi della Dsa di mettere in atto misure appropriate e proporzionate per garantire un elevato livello di privacy, sicurezza e protezione dei minori.

Il commissario per il Mercato interno dell’Ue ha a sua volta dichiarato: “Oggi apriamo un procedimento formale contro Meta. Non siamo convinti che abbia fatto abbastanza per rispettare gli obblighi DSA per mitigare i rischi di effetti negativi sulla salute fisica e mentale dei giovani europei sulle sue piattaforme Facebook e Instagram. Investigheremo ora in modo approfondito i potenziali effetti di dipendenza e “tana del coniglio” delle piattaforme, l’efficacia dei loro strumenti di verifica dell’età e il livello di privacy concesso ai minori nel funzionamento dei sistemi di raccomandazione. Non risparmieremo alcuno sforzo per proteggere i nostri figli”. 

 La società si è detta in ogni caso pronta al confronto.