La Repubblica spiega che ci potrebbero essere circa 50mila bambini in meno in un arco di tempo di cinque anni, le cui cause sarebbero dovute alla crisi e al precariato, mentre la contrazione di iscritti si fa sentire già nelle classi della scuola dell’infanzia.
Lo sanno bene i sindacati,
che temono ripercussioni sull’occupazione dei docenti e che si preparano al peggio, senza temporeggiare, e anzi mettono in guardia rispetto al fatto che la diminuzione di allievi e classi non sarà uguale in tutta Italia.
Domenico Pantaleo responsabile nazionale di Cgil Lavoratori della conoscenza, spiega: “Il problema degli effetti della diminuzione delle nascite sulla formazione delle classi ci è noto da tempo, e da tempo lo facciamo presente a chi di dovere. Quello che più ci preoccupa è che non si presenterà sempre nello stesso modo ma, al solito, sarà peggio nel sud Italia. Infatti è al sud più che al centro nord che si accentua la penuria di studenti, perché manca quasi completamente la componente di alunni stranieri. E dunque comporre le classi sarà sempre più difficile”.
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