Particolarmente critica, nei confronti dell’operato del Miur, in relazione ai risultati dell’indagine sullo stato di attuazione della riorganizzazione dell’Amministrazione scolastica, con particolare riguardo alle strutture decentrate, risulta la relazione della Corte dei Conti (del.19/2004 del 15 settembre 2004 – Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato – Collegio II – Pres. T. Lazzaro, Rel. G. Coppola).
Si legge nella relazione, tra l’altro "A quasi sette anni dall’avvio dell’autonomia scolastica prevista dalla legge n. 59 del 1997, il processo di riorganizzazione del Ministero dell’Istruzione è a tutt’oggi ancora lontano da una compiuta definizione. Tale definizione non è stata infatti raggiunta nonostante l’emanazione del nuovo regolamento di organizzazione, approvato con D.P.R. n. 319 del 2003, sia perché il medesimo necessita di un complesso procedimento attuativo, sia perché esso stesso dovrà essere rivisto alla luce delle modifiche apportate al titolo quinto della Costituzione, che hanno comportato la costituzionalizzazione delle autonomie scolastiche e il conferimento di nuovi compiti alle regioni ed agli enti locali in materia di istruzione".
In particolare, i giudici contabili hanno rilevato come l’organizzazione degli Uffici periferici dell’Amministrazione, che avrebbe dovuto comportare la soppressione dei Provveditorati agli Studi, ripropone, attraverso l’istituzione, a livello provinciale, dei Csa – Centri servizi amministrativi, un modello, per taluni aspetti analogo a quello precedente.
Il fondamentale punto critico, ad avviso della Corte dei Conti, è rappresentato dalle difficoltà, per l’amministrazione ministeriale, nel suo complesso, a svolgere il nuovo ruolo di governo del sistema e di definizione delle politiche scolastiche all’interno di un’evoluzione del mondo della scuola, ormai caratterizzata dalla presenza di soggetti dotati di autonomia.
La Corte ha rilevato altresì le difficoltà per le istituzioni scolastiche a gestire i propri programmi annuali ed i Piani dell’offerta formativa, in relazione sia ai cennati ritardi e incertezze nell’assegnazione delle risorse, sia al perdurare di vincoli di destinazione e al disallineamento temporale tra anno scolastico ed esercizio finanziario.
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