Nel frattempo il giudice del lavoro di Napoli, il 2 gennaio scorso, ha sottolineato che la legge 106/2011 è in totale contrasto con le norme comunitarie, e in particolare con la direttiva europea 1999/70/CE. Ad onore del vero di sentenze come quella espressa dal giudice del lavoro della città partenopea, ce ne sono tante altre, tanto da non rappresentare più una notizia, ma semplicemente una evidente illegittimità della legge 106. Questa legge ha bloccato sul nascere, e con validità retroattiva, la legittima aspettativa di circa ventimila precari ad entrare in ruolo, ovvero a vedere trasformato il contratto a tempo determinato in uno a tempo indeterminato.
Adesso i precari sperano con trepidazione in una sentenza di incostituzionalità della legge 106/2011, da parte della Suprema Corte di Strasburgo. Quindi gli occhi dei precari della scuola italiana sono puntati su Strasburgo, che dovrà esprimersi sull’efficacia dell’intervento retroattivo della legge 106/2011 e sulla deroga peggiorativa per i precari della scuola. Se Strasburgo censurerà la legge italiana, ogni giudice del lavoro dovrà adeguarsi ordinando la stabilizzazione del ricorrente.
Se ciò accadesse sarà anche una vittoria sindacale di Flc Cgil e Anief, che più di ogni altro hanno creduto nella illegittimità di questa legge ed hanno, in ogni loro esternazione, condannato l’ostracismo normativo contro i precari della scuola. Con una sentenza favorevole ai precari della scuola, dopo “l’olocausto degli tagli” e i “licenziamenti di massa”, potremmo assistere alla “stabilizzazione di massa”, di tutti quei precari della scuola con un’anzianità di almeno 36 mesi di servizio prestato nelle scuole pubbliche
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