La Costituzione della Repubblica compie oggi 73 anni: il 27 dicembre del 1947 il testo definitivo del documento approvato pochi giorni prima dalla Assemblea Costituente venne infatti promulgato dal capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola e pubblicato nello stesso giorno in un supplemento della Gazzetta Ufficiale.
Per la verità l’Assemblea Costituente, insediatasi nel giugno del 1946 all’indomani della proclamazione della Repubblica, avrebbe dovuto concludere i propri lavori molto prima, ma alla fine i tempi si allungarono proprio per consentire un adeguato approfondimento di ogni singolo articolo.
Della Assemblea facevano parte esponenti di Democrazia Cristiana, Partito Comunista, Partito socialista italiano di unità proletaria, Partito liberale, Partito repubblicano, Partito d’Azione; ma era presente anche un discreto drappello del Fronte dell’Uomo qualunque.
Come si sa la nostra Costituzione rappresenta rappresenta di fatto una sintesi di 3 filoni di pensiero: quello liberale-illuministico, che sta soprattutto alla base dei diritti individuali, quello cattolico (diritti sociali e della famiglia) e quello socialista e comunista (diritti al lavoro, alla salute, all’assistenza).
Nonostante le forti divergenze fra le diverse componenti, l’Assemblea riuscì però a trovare punti di incontro importanti su tutto arrivando alla fine ad adottare un testo condiviso ed equilibrato.
La Costituzione entrò in vigore il 1° gennaio successivo e una copia del testo venne inviata a tutti i Comuni d’Italia affinché venisse messa a disposizione dei cittadini.
A distanza di 73 anni esiste ancora un divario significativo fra principi enunciati e pratica quotidiana: e chi opera nella scuola lo sa bene perché il diritto allo studio è ancora oggi uno dei meno realizzati.