La vicenda dello studente modenese sospeso per aver rispettato l’art. 21 della Costituzione che riconosce la libertà di pensiero non è solo il segno dei tempi. E’ anche la dimostrazione di come non esercitando i diritti poi si finisce per perderli. Lo studente è sicuramente assistito da un ottimo avvocato ed il ricorso al Tar una possibile soluzione. Mi permetto, però, di suggerire anche il ricorso all’Organo di garanzia previsto dallo Statuto dei diritti delle studentesse e degli studenti.
Basta andare, infatti, sul sito del Barozzi e consultare il Regolamento di disciplina curiosamente integrato con il Regolamento di Istituto per rendersi conto che secondo la tabella B, punto 3, l’organo competente ad irrogare la sanzione (12 giorni di sospensione) non era il Consiglio di Istituto ma il Consiglio di classe.
Perché questo consiglio? Perché l’esperienza mi insegna che le scuole raramente si sono dotate di Regolamenti di disciplina tecnicamente ben scritti, con un’individuazione precisa delle violazioni disciplinari e delle sanzioni da comminare.
In ogni caso bisognerebbe fare sentire la voce degli studenti e dei docenti democratici e non uso a caso l’aggettivo.
Franco Labella
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