La figura del docente di potenziamento è una novità introdotta durante l’a.s. 2015-16. La prima ondata di potenziatori era composta da docenti neoimmessi in ruolo.
Erano i precari con più di tre anni di insegnamento che sono stati finalmente stabilizzati, ma in parte su un nuovo tipo di cattedra. In molte scuole la novità è stata intesa come aggiunta di una riserva alla squadra dei docenti titolari, alla maniera di quello che accade nelle squadre di calcio.
C’è una panchina sulla quale stanno seduti i giocatori di riserva. Se uno dei titolari resta infortunato l’allenatore potrà sostituirlo con un “supplente”. A scuola i supplenti ci sono sempre stati, quindi l’analogia sembra perfetta. Invece no, si tratta di un’analogia fuorviante e pericolosa.
I successivi trasferimenti hanno portato sulle cattedre di potenziamento anche docenti che erano già in ruolo da anni.
In questi casi qualcuno è passato da una posizione di titolare a un posto da riservista, come se Totti invece di concludere la sua carriera sul campo, salutato da grande campione, avesse dovuto passare in panchina i suoi ultimi anni per uscire di scena come un riservista di serie B.
Credo che non possa essere questo il senso delle nuove norme. L’immissione di più docenti nell’organico delle scuole deve rappresentare davvero un “potenziamento” e non una degradazione o un elemento di delusione per i più giovani (pensavo di essere entrato in ruolo invece sono ancora un supplente) o di amarezza per i più esperti (ho avuto il trasferimento richiesto, ma sono stato degradato a supplente).
Il docente che effettua una supplenza sostituisce quello assente nel medesimo incarico. Il supplente di un professore di chimica dev’essere un altro professore di chimica.
Invece accade che tra i potenziatori di un liceo classico o scientifico ci siano anche docenti di diritto.
Se il diritto non è previsto come insegnamento curricolare quel docente non potrà mai fare una supplenza, al massimo si troverà a fare vigilanza, baby-sitteraggio, ma questa è una funzione che può essere svolta anche da un bidello e comunque non ha mai previsto una retribuzione perché è un dovere naturale degli adulti nei confronti dei minori. E’ sbagliato chiamarla supplenza.
Attenzione: il docente di discipline extra-curricolari non è una figura fuori luogo, potrà dare un utile supporto ai colleghi delle discipline ordinarie o svolgere insegnamenti speciali o opzionali, rappresenta una vera risorsa aggiuntiva, un potenziamento. Per esempio il diritto rientra in quasi tutti gli ambiti del sapere scolastico, si estende dalle questioni attinenti alla normativa scolastica all’educazione alla cittadinanza, dall’uso di internet alle strategie di contrasto al bullismo, cyberbullismo, ecc.
Col potenziamento la scuola può programmare molti interventi educativi senza dover ricorrere ad esperti esterni. Non sarebbe diverso il caso di un docente di economia che potrebbe curare l’educazione all’imprenditorialità, alla sostenibilità e alla responsabilità fiscale e finanziaria. Altrettanto utile potrebbe essere la presenza di un docente di psicologia oppure di un docente specializzato nel sostegno ai disabili in una scuola dove non ci sono disabili ma dove è sempre presente il rischio di trascurare le debolezze e i disagi tipici di molti adolescenti.
Quindi un liceo a cui venisse attribuita una squadra di potenziatori esperti in diritto, economia, psicologia o pedagogie speciali potrebbe diventare davvero un liceo “potenziato”, cioè capace di elevare notevolmente i risultati educativi. Ma c’è un rischio, se la scuola percepisce l’immissione dei potenziatori come “organico di riserva” li terrà in panchina ad aspettare l’eventuale chiamata per sporadiche supplenze. Tappabuchi. Un vero spreco.
Altro esempio: se una scuola volesse stipulare contratti con esperti esterni al fine di garantirsi la preparazione teorica all’alternanza scuola-lavoro, lasciando in panchina il docente di diritto-economia, allora allo spreco già segnalato si aggiungerebbe una seconda spesa e il danno erariale sarebbe evidente.
Probabilmente nessun dirigente si esporrebbe mai a questo rischio, salvo che non voglia considerare che il docente in panchina stia già assolvendo il suo incarico di insegnamento.
Difficile ipotizzarlo per un docente che non può sostituire nessuno, ma abbastanza facile con quei docenti che le supplenze possono farle davvero.
Così può accadere che vengano affidate lezioni di recupero di matematica a pagamento lasciando un professore di matematica già pagato a segnare ore vuote sulla panchina delle riserve. Attenzione: non c’è solo il danno economico. Quando la scuola acquista ore aggiuntive da ditte esterne, nel caso dell’alternanza scuola-lavoro sta succedendo, salvo che non abbia imposto particolari clausole nel contratto, non può sapere chi sarà l’incaricato. La ditta esterna sarà libera di affidare il “servizio” anche a operatori non qualificati.
Tutto l’investimento fatto per avere docenti laureati e abilitati verrebbe così buttato alle ortiche.
Totti in panchina e Mr Bean in campo con la maglia n. 10.
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