La crisi profonda del sistema scuola risale a diverso tempo addietro e si identifica con la decadenza del comunismo, quando dal vecchio PCI si passa al PDS, poi alla formazione dell’Ulivo di Prodi e Veltroni per arrivare al Partito Democratico e quindi a Renzi. In questo lungo periodo storico, abbiamo assistito ad una sorta di “sessantottizzazione” della scuola italiana connaturato con un inesorabile destino.
Accanto all’istruzione si colloca la riforma del sistema universitario, targato Berlinguer, ossia il 3+2 (laurea triennale più laurea specialistica) che si è rivelato un vero fallimento, in quanto questa formula non ha prodotto alcun risultato positivo, se non un accollo di spesa per le famiglie e per gli studenti costretti alla discussione di due tesi di laurea. Il 3+2 era nato con l’intenzione di facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro, ma così non è stato.
Ritornando alla scuola i mali dell’istruzione risalgono dalla “famigerata” legge dell’autonomia, meglio nota come Legge Franco Bassanini che ha dato facoltà alle scuole italiane di gestirsi autonomamente e di conseguenza ha iniziato a creare uno stato di anarchia all’interno delle istituzioni scolastiche con il risultato che i Dirigenti Scolastici (allora ancora chiamati Presidi) hanno cominciato a vestirsi di autorità. Poi è arrivata l’idea di sinistra di Romano Prodi di irrobustire l’istruzione tecnica, ma il professore bolognese non sapeva come era drammatica la situazione degli istituti tecnici del Mezzogiorno e così siamo andati avanti per forza d’inerzia precipitando nel baratro, mentre Walter Veltroni affermava candidamente che avrebbe trasformato il Mezzogiorno in una “Florida del Sud”.
Proseguendo nel cammino della storia della Sinistra italiana si giunge alla nascita del Partito Democratico e con un giovane guerriero che cavalca l’onda e si siede a Palazzo Chigi. Quel guerriero mette mano alla riforma della Scuola chiamandola “Buona Scuola”, una legge che fa arrabbiare la quasi totalità degli insegnanti che, come si ricorderà scendono in massa in piazza per dire No a questa riforma. La legge 107 viene approvata come anche i decreti legislativi che accompagnano la riforma che vengono ratificati da Gentiloni.
La Sinistra perde colpi, si spacca al suo interno, mentre il popolo italiano viene lo scorso 4 marzo chiamato alle urne per votare il nuovo Parlamento. L’esercito dei docenti è agguerrito e punisce severamente Renzi e la legge sulla “Buona Scuola”. Vincono Movimento 5 Stelle e Lega Nord che hanno in comune nel loro programma la cancellazione della Legge 107 e il ripristino dello stato di serenità nel mondo della scuola. Ora si attende l’Homo novus, il restauratore ossia colui che deve portare una ventata di aria nuova, più pulita e più salubre, spazzare via il vecchio e rifondare la scuola. Cosa ha fatto la Sinistra in tanti anni? Ha prodotto una dequalificazione del sistema istruzione, un livellamento verso il basso, generando sfiducia, frustrazione e disamore verso la scuola. Ai posteri l’ardua sentenza!
Mario Bocola
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