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La crisi non risparmia i viaggi di istruzione: in calo del 18,3%

A causa dell’aumento dei costi, nell’anno scolastico 2008/09 il numero di viaggi di istruzione si sarebbe ridotto del 18,3% rispetto quelli svolti nell’anno precedente: la tendenza, ravvisata dal Centro studi turistici di Firenze per conto dell’Osservatorio del Turismo scolastico, è quella di una diminuzione dei pernottamenti in Italia del 17,3% (nel 2007/2008 la flessione era stata del 3%), mentre per i viaggi all’estero le presenze degli studenti si sono ridotte del 12,5% (–3,3% nel 2007/2008).
Complessivamente la stima dei pernottamenti svolti in Italia è stata di 10,5 milioni mentre all’estero ci si è fermati a 2,8 milioni: una regressione che ci riporta agli spostamenti fatti registrare nell’anno scolastico 2002/03. Dal calcolo risulta che il numero complessivo ai partecipanti ai viaggi di istruzione sia stato di circa 3,6 milioni: “18% in meno del movimento stimato nel 2007/2008, di cui 2,8 milioni (–19,5%) hanno visitato una o più località italiane e 764 mila (–13,7%) hanno preferito una o più località estere“. 
Attraverso i risultati dello studio è stato stimato il consequenziale decremento rispetto al 2007/2008, pari al 12,7% della spesa, dei servizi turistici diretti derivanti dagli spostamenti delle scolaresche: “per i viaggi in Italia – spiegano dal Centro studi turistici di Firenze – il fatturato stimato è di 391 milioni di euro (–14,9%), mentre per i viaggi all’estero dovrebbe attestarsi su 260 milioni di euro (–9,2%)“. 
Secondo il Centro studi turistici la regressione è strettamente collegabile con l’incremento dei prezzi richiesti dalle agenzie di viaggio: richieste divenute sempre più esose al punto di indurre non poche famiglie a tenere a casa i propri figli. “La spesa media per i viaggi di istruzione in Italia – si legge nel rapporto – è salita del 6,9% nel 2007/2008 e del 5,7% nel 2008/2009, passando dai 121,1 euro del 2005/2006 ai 136,9 euro del 2008/2009. In aumento anche la spesa media per i viaggi all’estero (+6% nel 2007/2008 e +5,2% nel 2008/2009), passando dai 305,1 euro del 2005/2006 ai 340 euro del 2008/2009“.
Per quelli che sono partiti non sono state riscontrate particolari novità: in Italia continuano ad avere maggiore attrazione le città d’arte, su tutte Roma, Firenze, Venezia e Napoli che hanno assorbito 21,8% dei pernottamenti complessivi. A livello regionale “la più importante quota di mercato – spiega il centro studi – risulta distribuita tra la Toscana (18,3%), il Lazio (11%), l’Emilia Romagna (10,3%) e il Veneto (7,9%): queste regioni dovrebbero ospitare  circa il 48% dei flussi. Un buon posizionamento sul mercato è stato rilevato anche per la Lombardia, la Campania, la Sicilia e l’Umbria“.
All’estero, invece, la meta più agognata è la Francia, dove si reca uno studente su quattro (22,4%). Molto gettonata è anche la Spagna (18,5% di preferenze). La crisi non ha risparmiato comunque nemmeno queste destinazioni: “in generale – dicono i ricercatori – si stima una diminuzione dell’11% dei pernottamenti in Francia, del 12% in Spagna e del 10% in Germania. I paesi che hanno mantenuto, o aumentato, la quota di mercato sono la Repubblica Ceca, la Grecia e l’Inghilterra“.
Dei cambiamenti importanti sarebbero stati ravvisati anche per quanto riguarda i mezzi utilizzati per gli spostamenti: “nei collegamenti internazionali – ha scritto l’osservatorio – è aumentato l’uso del mezzo aereo (32,8%), grazie ai voli low cost, e della nave (9,2%), mentre diminuisce il ricorso al bus (47,1%) e al treno (10,5%)“. La “molla” più importante per partire rimane invece sempre la stessa: nel 65% di casi quella culturale. Sempre comunque con delle varianti, spie dei tempi che cambiano, che vale la pena sottolineare. “Aumentano le scelte per le località con attrattive archeologiche e per le città o i centri d’arte. In aumento – conclude il rapporto – anche le motivazioni sportive e le settimane bianche (8,6%), mentre diminuisce l’interesse per l’offerta naturalistica (21,8%)“. L’ultima notazione è invece di carattere positivo: la durata media dei viaggi è passata dai 3,6 giorni ai 3,7 l’anno.
Alessandro Giuliani

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