L’istruzione dei figli viene prima di tutto. Anche dell’automobile e delle vacanze. E la crisi economica non cambia di certo le gerarchie e i valori delle famiglie italiane. Che sembrano aver tagliato soprattutto il ‘superfluo’, mentre stanno cercando di resistere sui beni essenziali per la famiglia come l`alimentazione, la salute e, appunto, la scuola.
La tendenza emerge chiaramente da una indagine Coldiretti-Swg, presentata in occasione della diffusione dei dati sul crollo delle immatricolazioni delle auto: dalla ricerca nazionale si evidenzia che solo il 16 per cento degli italiani, a seguito delle ristrettezze economiche derivanti da inflazione, disoccupazione e perdita del potere d’acquisto, è arrivato perfino a ridurre o a rimandare gli acquisti alimentari. Appena il 9% ha sacrificato, invece, le spese per i propri figli.
Mentre, sempre in corrispondenza della crisi, quasi un italiano su tre (30 per cento) ha ridotto, rinunciato o rimandato l’acquisto dell’auto. Le rinunce principali oltre all`auto hanno riguardato, precisa la Coldiretti, le vacanze per il 50% degli italiani, il tempo libero per il 47%, gli acquisti tecnologici per il 34%. Il 33% ha anche ridotto, rinunciato o rimandato anche le attività culturali. Ma non quelle per l’istruzione. Probabilmente anche perché, aggiungiamo noi, la loro incidenza annua sulla spesa media familiare risulta, anche attraverso recenti studi, non di certo tra le quelle più alte.
Mentre, sempre in corrispondenza della crisi, quasi un italiano su tre (30 per cento) ha ridotto, rinunciato o rimandato l’acquisto dell’auto. Le rinunce principali oltre all`auto hanno riguardato, precisa la Coldiretti, le vacanze per il 50% degli italiani, il tempo libero per il 47%, gli acquisti tecnologici per il 34%. Il 33% ha anche ridotto, rinunciato o rimandato anche le attività culturali. Ma non quelle per l’istruzione. Probabilmente anche perché, aggiungiamo noi, la loro incidenza annua sulla spesa media familiare risulta, anche attraverso recenti studi, non di certo tra le quelle più alte.
Un recente report dell’Istat ha rivelato che ogni mese dalla famiglia tipo italiana vengono spesi per la formazione scolastica o professionale appena 28 euro, sette in più di quelle che si spendono per sigarette e affini. Per tutto il resto, l’impegno economico delle famiglie è maggiore. Anche di molto: per comunicare (via telefono, cellulare, internet, ecc.) vanno via ad esempio 47 euro al mese; per il tempo libero più di 100; per l’abbigliamento e le calzature 134 euro; per i trasporti addirittura 354. Fino al top dell’abitazione, per la quale tra affitto o mutuo più le spese condominiali, le utenze e la manutenzione si spendono ben 711 euro al mese.