Patrizio Bianchi, professore di economia applicata, è il nuovo ministro dell’istruzione.
E’ una novità: la cultura economica è sempre stata esclusa dal palazzo di viale Trastevere, da cui lo stallo dell’istituzione scuola.
Un’assenza che ha reso infeconde, per la mancanza di un imprescindibile fondamento culturale, le affermazioni di tutti i partiti politici che enunciano l’importanza e la centralità della formazione dei giovani per il futuro del paese.
L’osservazione delle attività scolastiche non può prescindere dagli strumenti che le scienze dell’organizzazione hanno reso disponibili per focalizzare la struttura decisionale delle scuole. Il loro utilizzo, infatti, fa affiorare ascientificità e la trasgressione di norme generali. Si consideri l’art. 37 del Dlgs 27/10/2009 sulla dirigenza pubblica: “Rafforzare il principio di distinzione tra le funzioni di indirizzo e controllo spettanti agli organi di governo e le funzioni di gestione amministrativa spettanti alla dirigenza”.
L’ascientificità e la trasgressione sono documentate in rete: gli organigrammi rappresentativi della gestione scolastica lo dimostrano; la ricerca di un modello conforme al principio di distinzione è analoga a quella di un ago in un pagliaio.
Le strutture decisionali pubblicate dimostrano che l’obsoleto modello gerarchico lineare è tuttora imperante. Modello viziato da un duplice errore. Il primo riguarda la sovrapposizione, la mancata distinzione tra funzione d’indirizzo e funzione amministrativa; il secondo riguarda la forma grafica: il piano bidimensionale non è idoneo a rappresentare le responsabilità dei soggetti; si deve ricorrere allo spazio tridimensionale in cui collocare una piramide. Sulla sua base si disegna il flusso delle attività collegiali e al suo vertice il dirigente. Egli, applicando le norme, porta a unità la gestione scolastica e vincola tutti i soggetti al rispetto del mandato ricevuto.
E c’è di più. La legge 107/2015 accetta e rinforza il comportamento trasgressivo e illegittimo delle scuole: gli organismi collegiali sono depotenziati per far risaltare la tradizionale struttura gerarchica. Inoltre nella definizione dell’orientamento del sistema scolastico commette madornali errori.
Speriamo che il nuovo ministro volga la sua attenzione all’applicazione delle norme e, rilevando la causa della certificata inefficacia dell’azione formativa, elabori una strategia per riportare l’istituzione nell’alveo tracciato dalla legge e dalla scienza.
Enrico Maranzana
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