Si chiama “Cultura finanziaria a scuola: per prepararsi a scegliere”: si tratta del progetto, presentato il 22 febbraio presso il Liceo Parini di Milano, che Intesa Sanpaolo assieme all’Osservatorio permanente Giovani-Editori intende avviare su scala nazionale dopo un anno di sperimentazione.
Ad esserne coinvolte saranno la scuole secondarie superiori, che avranno l’obiettivo di costruire un percorso di educazione finanziaria per i giovani. L’iniziativa, è stato spiegato, si articolerà su tre momenti: formazione degli insegnanti, lezioni in classe e ricerca. A ciascun docente partecipante verrà richiesto di garantire almeno dieci ore di lezione sul tema, nel corso dell’orario istituzionale delle lezioni.
“L’ignoranza genera sempre povertà e l’ignoranza finanziaria – ha dichiarato Andrea Ceccherini, presidente dell’Osservatorio permanente Giovani-Editori – genera a maggior ragione impoverimento economico. I giovani devono fare un passo verso le banche ma anche le banche devono fare un passo verso i giovani e non solo: serve uno sforzo di trasparenza nella comunicazione“.
“L’ignoranza genera sempre povertà e l’ignoranza finanziaria – ha dichiarato Andrea Ceccherini, presidente dell’Osservatorio permanente Giovani-Editori – genera a maggior ragione impoverimento economico. I giovani devono fare un passo verso le banche ma anche le banche devono fare un passo verso i giovani e non solo: serve uno sforzo di trasparenza nella comunicazione“.
Alla presentazione era presente anche Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, che ha spiegato come le attuali regole alle quali le banche sono tenute in materia di informazione non sempre favoriscono l’effettiva conoscenza da parte dei clienti dei prodotti che sottoscrivono. “Alle volte – ha ammesso – l’eccesso di informazione rischia di rendere incomprensibile il prodotto anzichè facilitarne la comprensione“. In aggiunta, c’è il fatto che il linguaggio stesso, spesso ricco di tecnicismo e quindi complesso, risulta davvero incomprensibile. Tuttavia, secondo Passera, “molte di queste cose sono oggettivamente complicate e non rispettarne la complicatezza sarebbe altrettanto sbagliato, così come non dare tutte le informazioni sarebbe una mancanza“.
Occorre quindi, ha concluso l’ad, “uno sforzo che tutti dobbiamo fare. Però bisogna partire da una conoscenza di base che nella maggior parte dei casi la scuola non dà“. E un progetto come “Cultura finanziaria a scuola” non può che rappresentare “il punto di partenza giusto”.
Occorre quindi, ha concluso l’ad, “uno sforzo che tutti dobbiamo fare. Però bisogna partire da una conoscenza di base che nella maggior parte dei casi la scuola non dà“. E un progetto come “Cultura finanziaria a scuola” non può che rappresentare “il punto di partenza giusto”.