Occorre sempre ricordare ai dimentichi, e a chi preferisce semplificare, che in Sicilia la percentuale di abbandoni e dispersioni dalla scuola supera il 21% contro una media nazionale del 14% circa, con picchi verso il basso del 7% come il Trentino e il Veneto.
Parliamo di dati che si riferiscono al pre-covid e dunque nelle normalità, mentre con la didattica a distanza, in piena pandemia, è stato certificato che questi numeri, nelle regioni più povere, con alto tasso di disoccupazione, migrante e senza collegamenti internet veloci, come in Sicilia, che ha tutti questi tristi primati, la percentuale di abbandoni aumenta in modo esponenziale.
Se dunque le scuole continuano a restare chiuse, in attesa che tutto finisca, si rischia di avere fra qualche anno una generazione che può contare su un numero mai registrato di cittadini o senza titolo o con titolo scadente, mentre tanti neolaureati e no, pur di lavorare, si abilitano, pagando fior di quattrini, all’estero.
La cultura, che avrebbe dovuto salvare il mondo, per questa tornata riposa in panchina. Resta di vedere chi giocherà la partita.
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