Categorie: Personale

La “cura” Brunetta fa effetto: ad ottobre riduzione delle malattie a scuola

Continua l’opera di convincimento dell’opinione pubblica condotta dal Ministro per la Pubblica amministrazione e l’innovazione, Renato Brunetta, attraverso la proposizione dell’assioma, quasi sempre esatto, “dipendenti dello Stato uguale fannulloni”: stavolta l’uscita riguarda da vicino i dipendenti della scuola. Il 18 novembre il dicastero per la Pubblica amministrazione ha reso noto che il mese di ottobre ha fatto registrare un vero abbattimento delle assenze per malattia del personale scolastico: la riduzione rispetto allo stesso mese dell’anno precedente sarebbe quasi del 40% (per l’esattezza del 39,4%).
Il sensibile decremento, che riguarda sia il personale insegnante che quello non docente operante all’interno di tutti i tipi di istituti scolastici, sarebbe conseguente alle decurtazioni sui primi dieci giorni di ogni evento di malattia introdotte dal discusso articolo 71 del decreto legge 112. Decurtazioni che tra il personale scolastico variano tra i due euro al giorno, per i collaboratori scolastici all’inizio della carriera, e i circa dieci euro, sempre per ogni giornata di malattia, per i docenti con diversi anni di servizio alle spalle.
Una novità che, assieme all’estensione da quattro a ben undici ore al giorno delle fasce di reperibilità, sempre in caso di malattia, sarebbe così alla base del crollo del numero complessivo di malattie.
“Il valore – si legge nel comunicato del Ministero condotto dal docente universitario veneziano – sebbene ancora provvisorio, deriva dalle prime valutazioni condotte dal Ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca per il comparto della scuola ed è in linea con quanto rilevato per il resto della pubblica amministrazione, confermando così l’efficacia delle misure contro l’assenteismo che il Governo ha recentemente varato”.
Altre fonti, ad iniziare da quelle di carattere sindacale (che hanno anche annunciato di volere impugnare le novità introdotte da Brunetta), ritengono tuttavia non attendibili le stime pubblicate dal Ministero per la Pubblica amministrazione e l’innovazione. Secondo questo “filone”, le malattie avrebbero fatto riscontrare effettivamente una riduzione rispetto a prima dell’estate, ma non certo pari al decremento esponenziale espresso dal Ministero. E’ così molto probabile che nei prossimi giorni assisteremo all’ennesima battaglia sull’esatta entità dei numeri: ancora una volta a tenere banco saranno le assenze e presenze. Solo che, anziché di adesioni a scioperi e manifestazioni, si parlerà di quanti lavoratori non si sono recati a scuola perché malati.
 
Alessandro Giuliani

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