Riaprire le scuole subito dopo Pasqua. È il desiderio comune, una sorta di leitmotive, che si si è venuto a determinare in questi primi giorni di ritorno alla DaD tra gli alunni e docenti delle undici Regioni costrette alla DaD perchè definite “rosse”.
Lo chiedono i sindacati, diversi esponenti del mondo politico, ad iniziare dal M5S e Italia Viva. Ma anche le associazioni dei genitori e degli studenti.
Ad iniziare da comitato Priorità alla scuola, che da venerdì 19 marzo torna in piazza con tre giorni di presidi flash mob e mobilitazioni a Firenze, Milano, Napoli, Roma, Arezzo, Perugia, Modena, Parma, Reggio Emilia, Trieste, Bologna, Genova.
Il Comitato rivendica l’immediata riapertura di tutte le scuole e dell’università e maggiori investimenti per la Scuola Pubblica.
Anche il neo segretario del Pd Enrico Letta, parlando a Didacta a Firenze, sostiene che “la questione principale è quella di chiudere questo anno scolastico meglio di come abbiamo chiuso l’anno scolastico scorso: tenendo conto del fatto che l’anno è stato un anno con una forte presenza di Dad. La fase finale sia una fase in crescendo, non una fase in declinando”. Quindi, spazio alle lezioni in presenza il prima possibile.
Letta si è soffermato pure sulla “fatica da parte degli insegnanti”, perché “è molto più difficile fare lezione on line, e chi dice ‘Ma cosa vogliono gli insegnanti, stanno a casa e si connettono’, vuol dire che non ha nessuna esperienza di cosa voglia dire fare lezione online”.
“Io riaprirei appena possibile gli asili nidi, le scuole materne ed elementari. Spero già dopo Pasqua, questo è un auspicio”, ha anche detto il segretario della Lega, Matteo Salvini, intervenuto a ‘Porta a porta’ in onda su Rai1.
Alla domanda su eventuali lezioni in classe fino a luglio, Salvini ha risposto: “Non puoi fare una scelta uniforme perché l’Italia è lunga: ci sono zone del Paese dove andare a scuola a luglio è anche gradevole come in Trentino ma in metà Paese a luglio senza aria condizionata… Quindi non puoi dire che si va a scuola a luglio in tutta Italia, è qualcosa di impossibile”.
Più scettico è sembrato, invece, Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi: sul ritorno in classe dopo Pasqua, il leader dell’Anp dice: “se le condizioni lo consentiranno bisogna riaprire se non lo consentono no”.
Per quanto riguarda la predisposizione di misure per riaprire (vaccini, tamponi, sistemi di aereazione ecc) “siamo a favore, le abbiamo sempre sollecitate ma certo alcune non si possono realizzare in tempi brevi”.
Il problema è che la DaD, comunque, è lontana parente della didattica in classe: secondo una ricerca di Parole O_Stili e Istituto Toniolo, condotta con il supporto tecnico di Ipsos su oltre 3.500 studenti della scuola secondaria di secondo grado e su circa 2.000 insegnanti della scuola primaria e secondaria, non c’è paragone: oltre il 40% degli studenti ha percepito un peggioramento nelle proprie attività di studio e il 65% fatica a seguire le lezioni.
A creare disagio c’è poi la distanza “relazionale” tra i compagni di classe e tra studenti e professori: 1 su 4 ha patito di avere meno rapporti e un minor dialogo con i prof.
Oltre il 70% ha beneficiato dell’aiuto dei familiari, che però hanno dovuto compensare una carenza di competenze tecnologiche.
Inoltre, con la DaD l’attenzione è infinitamente più bassa rispetto a scuola e mentre l’insegnante spiega molto spesso i ragazzi chattano con i compagni (ben il 96% secondo lo studio), navigano o scrivono sui social (l’89%), mangiano (l’88%) e persino usando il vivavoce cucinano (1 su 4).
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