Cari colleghi,
quando è scoppiata questa terribile pandemia, da subito e senza batter ciglio, ci siamo impegnati per non far mancare ai nostri allievi l’azione educativa e formativa di cui avevano e hanno bisogno. Abbiamo acquistato lavagne, webcam, microfoni e messo a disposizione della scuola i nostri computer e la nostra linea internet. Non ci siamo risparmiati! Per la gran parte di noi l’impegno lavorativo è andato ben oltre i doveri contrattuali.
Ci siamo rimboccati le maniche e, in men che non si dica, abbiamo aggiornato le nostre competenze con appositi corsi di formazione che ci hanno permesso di utilizzare al meglio i nuovi supporti tecnologici. Durante la prima ondata della pandemia, quasi tutti hanno riconosciuto il valore del nostro impegno.
Poi, però, qualcosa si è rotto e, forse per errori altrui, improvvisamente ci ritroviamo sulla graticola.
Oggi il nostro impegno non è più gradito, riconosciuto, apprezzato. La didattica a distanza non va più bene, è diventata il nemico da abbattere ad ogni costo. Nessuno vede il grande atto d’amore che si cela dietro questa modalità di lavoro. Un atto d’amore che docenti e allievi quotidianamente riservano all’Italia. La comunità scolastica ha contribuito al rallentamento del virus salvando tante vite umane!
Durante la prima ondata dell’epidemia abbiamo avuto la possibilità di adattare la nostra programmazione con una tempistica ragionevole. Oggi, invece, non c’è più certezza, si naviga a vista, tutto muta in un batter d’occhio e, quel che è peggio, ci accorgiamo che sulla nostra pelle si è accesa una disputa politica inaccettabile e incomprensibile, che ci mortifica e ci rattrista.
Dietro ogni decisione si cela una buona dose di opportunismo politico, da una parte e dall’altra. In questi mesi siamo stati messi a dura prova: qualcuno ci ha offesi, altri ci hanno illusi e adesso siamo arrivati al punto di essere quasi colpevolizzati…
Ma noi, nonostante tutto, ogni giorno, a distanza o in presenza, approntiamo il materiale didattico, ci mettiamo alle spalle i problemi di famiglia e ci doniamo ai nostri allievi.
Grazie per quello che avete fatto, cari colleghi. E grazie per quello che, nonostante tutto, continuerete a fare.
Giuseppe Iaconis
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