Canada, al via l’allestimento dei piani reattivi per la didattica: il caso e le necessità. Un parallelismo con il Belpaese
L’emergenza sanitaria, come è ovvio, ha trascinato con sé una serie di misure restrittive quali chiusure, limitazioni alla circolazione, mascherine e distanziamento, nonché l’espletamento di funzioni professionali ed educative, tra cui la didattica. Questa, al fine di limitare il rischio di contagio, è stata barbaramente penalizzata tenendo le scuole chiuse o limitando i contatti e gli ingressi, facendo così che le esperienze individuali e collettive da svolgersi in classe fossero limitate o assenti del tutto.
La motivazione ed il conseguente rendimento didattico per gli studenti e professionale per i docenti ha fatto il resto, limitando all’inverosimile il senso di comunità scolastica, essenziale per porsi traguardi ed obiettivi nella gestione di percorsi e luoghi comuni, molteplicità di ambienti fisici e mentali in cui studenti e docenti possono ritrovarsi.
Per tale appunto, a ben tre anni dall’inizio della pandemia, è chiaro che le province canadesi sono state ostacolate dalla mancanza di un’analisi comparativa transcanadese della chiusura delle scuole e degli effetti sugli studenti nel loro complesso. Quello di cui siamo a conoscenza sull’impatto dirompente della chiusura delle scuole in Canada e in particolari province come l’Ontario proviene in gran parte da uno studio dell’Ontario Science Table del giugno 2021 che documenta l’entità ed il danno provocato dalla chiusura delle scuole da area ad area. E ne Belpaese, quali piani vengono messi in atto?
La survey delle autorità: ricadute e danni per il comparto scolastico. Le ricerche e le dichiarazioni
Le scuole stanno ora affrontando le ricadute della chiusura delle scuole per via delle limitazioni imposte dalle autorità sanitarie locali. Un rapporto Science Table di follow-up del luglio 2021 ha identificato la perdita cumulativa di apprendimento e i danni sociali inflitti da marzo 2020. Una survey che ha avuto inizio durante il mese di febbraio 2022, relativa ai piani educativi canadesi K-12 connessi all’emergenza sanitaria da COVID condotta dall’organizzazione no-profit con sede a Toronto, People for Education, ha rilevato che le province, a differenza dei maggiori centri urbani, adottano strategie irregolari relative alla raccolta di dati per tenere traccia di come la pandemia ha colpito gli studenti ed il relativo apprendimento.
Parlando a gennaio 2022 su The Agenda della TVO, il docente di Didattica Generale della Western University Prachi Srivastava ha dichiarato: ” Sono scioccato dalla mancanza di pianificazione, dalla mancanza di pianificazione anticipata di fronte a quello che è un risultato abbastanza prevedibile”, riferendosi alla tragica chiusura di massa delle scuole canadesi. L’invito degli esperti fa seguito a consigli di esperti per rivedere la raccolta dei dati per garantire una risposta contigua, coesa ed organica alle nuove esigenze degli studenti. In Ontario, purtroppo, con l’annullamento dei test dell’Education Quality and Accountability Office (EQAO) durante la pandemia, non c’è stato modo di valutare come procedeva la didattica per i due milioni di studenti da valutare.
Un piano reattivo per ripristinare la didattica in presenza: come si provvede nel Belpaese? Nessun report, molte le preoccupazioni
L’emergenza sanitaria ha appieno colpito famiglie, imprese e studenti, privandoli della vitale e necessaria dimensione scolastica in cui potevano esprimersi, acquisire competenze, nozioni, abilitò ed entrare in contatto con i coetanei e i docenti, in un percorso complessivo di creazione dell’individuo e del relativo pensiero critico. Come lo scrittore Eraldo Affinati menziona nei suoi testi, “l’esperienza in classe è indelebile”.
Tutto ciò che è svolto a scuola tende a formare e a comporre, e la DAD ha provveduto ad alterare la fisionomia dell’educazione, della didattica e della formazione tradizionale. Ben consapevole sono il Ministero dell’Istruzione e gli Enti Locali del Belpaese, che hanno attivato, compatibilmente allo status emergenziale, sportelli di ascolto per docenti e studenti, nonché delle attività da svolgersi nel periodo estivo, come quelle in programma dal mese corrente. Risulta assente, salvo le periodiche surveys di Eurydice e ONG, non è chiaro e quantificabile l’impatto negativo della DAD nella vita degli studenti e come questa abbia contribuito a destabilizzare una fase già complessa e delicata della vita.