Rispetto a una classe del mattino, una classe serale è molto più eterogena, dunque solo la condivisione fisica, sera dopo sera, permette di superare e rielaborare trasformando in ricchezza le differenze che all’inizio sembrano incolmabili.
Viva la scuola pubblica un singolare intervento sui corsi serali con le difficoltà sottese alla didattica a distanza che sta coinvolgendo gli alunni del mattino.
Per adulti tuttavia, che hanno bisogno di staccare dalla loro vita abituale per ricostruirsi faticosamente un ruolo che non è più così scontato, insieme alla perdita della scuola come casa comune, la chiusura forzata dei loro centri di istruzione distrugge questo meccanismo e vanifica gli sforzi compiuti. Seguire le lezioni da casa per molti invece di essere un momento di liberazione diventa un momento di ulteriore costrizione, una fatica aggiuntiva che non arreca alcuna soddisfazione. Spesso significa una regressione in una zona grigia di sopravvivenza, che può reggere solo a breve termine, e forse neanche. Regge nella facciata, non nella sostanza.
Ciò nonostante, continua Viva la Scuola, la maggioranza degli studenti sta continuando a seguire, magari nell’attesa e nella speranza di una normalizzazione. Alcuni di loro (una buona fetta) si limitano a una presenza formale, a un collegamento fittizio che valga a spuntare la casella ‘presente’. Ma molti studenti li abbiamo persi nel nulla, in tutti i sensi. Spariti, scomparsi senza lasciare traccia. A volte per difficoltà tecniche (connessioni inesistenti, niente tablet, niente pc, risorse della scuola insufficienti a raggiungere tutti).
I frequentatori dei corsi serali non sono più solamente lavoratori un po’ avanti negli anni, ci sono, e rischiano di scomparire nel nulla, molti ragazzi stranieri, ragazzi con percorsi scolastici disastrati che lentamente stavano reimparando a essere studenti, coloro che vivevano di lavoretti al nero e si sono rimessi in circolazione come corrieri, o a consegnare pizze e dolci al posto di coloro che preferiscono non farlo.
Al contrario, per chi non aveva neanche provato a vivere l’esperienza della scuola serale come una seconda opportunità per accedere a un percorso di formazione reale, ma era in cerca di un corso abbreviato al diploma, la trasmigrazione on line con obblighi minimi e la garanzia di avanzamento automatico è un regalo piovuto dal cielo.
Dunque, a distanza di quasi due mesi dall’inizio dell’emergenza scolastica, bisognerebbe dire, scrive Vivalascuola, che la scuola a distanza non è scuola, ha ripristinato modalità autoritarie (nella forma se non nella sostanza) e autoreferenziali, ha moltiplicato le diseguaglianze, ha perso per strada molti dei soggetti più deboli, ha scaricato sulle famiglie una parte considerevole delle responsabilità educative (soprattutto ciclo primario e secondaria di primo grado), ha azzerato ogni possibilità reale di verifica. Il problema allora non è la formalità dei voti e dei giudizi (che è veramente un falso problema); ma la sostanza di quello che abbiamo fatto e stiamo continuando a fare. Forse avremmo dovuto essere più lucidi e più spietati, fin dall’inizio.
“Dunque, non si può continuare a dichiarare che la didattica a distanza non funziona e allo stesso tempo continuare a praticarla come se niente fosse, avallando la retorica ministeriale che fa comodo un po’ a tutti”.
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