Il Ministro Bianchi ha anticipato che un gruppo di esperti sta “lavorando su “nuove forme di didattica” mettendo al centro la DAD considerata “non come ripiego ma come integrazione e arricchimento per costruire una scuola nuova”.
Pare di capire che si intendono valorizzare le esperienze di Didattica a Distanza maturate in questi due anni di emergenza Covid per realizzare un modello a supporto della didattica ordinaria in presenza e per questo fruibile in ambito disciplinare.
In realtà questo modello di “Scuola nuova” affonda radici già nel passato, con la introduzione nel sistema scolastico della multimedialità nella Didattica. Nel triennio 1997-2000, infatti, . attraverso i PROGETTI 1 A e 1B finanziati da MIUR, le nuove tecnologie entrano, sia pure timidamente e con qualche resistenza, a far parte della dimensione ordinaria della didattica nelle scuole di ogni ordine e grado.
Si era agli albori e solo da poco era nato (al posto del vecchio DOS i cui comandi erano sola da tastiera..) un sistema operativo a finestre con l’utilizzo del mouse..Tra l’85 ed il 90 , infatti, si sviluppava Windows e una “parvenza” di multimedialità.
Con l’introduzione della MULTIMEDIALITA’ NELLA DIDATTICA fu la stessa Commissione Europea del 28 marzo 2001, a definire l’azione di e-learning con riferimento a: “l’utilizzo delle nuove tecnologie multimediali e di Internet per migliorare la qualità dell’apprendimento, agevolando l’accesso a risorse e servizi nonché gli scambi e la collaborazione a distanza”.
Da allora, col miglioramento e la diffusione della RETE, l’utilizzo di tali strumenti ha ampliato la possibilità di intervenire ed interfacciarsi a distanza anche a supporto di una didattica in presenza.
Da supporto diventa poi sostitutiva della didattica in presenza a seguito dell’emergenza Covid. e regolata, per legge, dal DL 23 febbraio 2020, n. 6, che, all’articolo 1, comma d) recita che «i dirigenti scolastici delle scuole nelle quali l’attività didattica sia stata sospesa per l’emergenza sanitaria, possono attivare, di concerto con gli organi collegiali competenti e per la durata della sospensione, modalità di didattica a distanza avuto anche riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità. Con nota, poi, n. 388 del 17.3.2020, il MIUR ne ha definito la portata.
Se è lodevole ,come afferma il Ministro, pensare alla DAD come un “arricchimento per costruire una scuola nuova” è altrettanto vero che espressioni simili sono state usate, nel corso di un ventennio, per introdurre nell’azione didattica curricolare le piattaforme di e-learning, le classi virtuali, l’utilizzo di schermi condivisi, la condivisione in tempo reale di documenti e quant’altro potesse essere a supporto del docente e dell’allievo.
Proprio in questa direzione si è mosso il MIUR con l’attivazione di numerosissimi progetti e attraverso azioni formative rivolte ai docenti.
Se qualcosa non ha funzionato, nonostante ingenti risorse investite negli anni, c’è da chiedersi come possa dare frutto una ulteriore “formazione mirata per i nostri docenti sulle nuove forme di didattica.” cui fa cenno il Ministro Bianchi?
Probabilmente bisognerebbe interrogarsi sulla qualità della formazione fruita e sulla mancata rimodulazione di un curricolo che tenga conto dell’utilizzo di queste metodologia didattiche in un’ottica sistemica, anziché procedere in ordine.. sparso.
Giorgio Mottola
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