La didattica a distanza tiene divisi. Gli “attori” che la vivono, con gli studenti da una parte e gli insegnanti dall’altra. Ma anche i giudizi nei sui confronti risultano disparati. Anche opposti. C’è chi la esalta e la valorizza. E chi la boccia sonoramente, difendendo il diritto di tornare il prima possibile (Covid permettendo) alle lezioni in presenza.
Tra i fautori della didattica attuata con le tecnologie moderno e in “remoto” c’è sicuramente l’Università di Modena e Reggio Emilia, che ha ideato il corso di laurea sulla Didattica a distanza.
L’ateneo Unimore, scrive Il Resto del Carlino, si appresta a varare infatti il corso in ‘media education’, che avrà proprio gli strumenti digitali di apprendimento come contenuti principali.
A confermare la novità è lo stesso rettore di Unimore Carlo Adolfo Porro: “Ci stiamo lavorando – le sue parole riportate dal Carlino – e dovrebbe trovare collocazione al nuovo Parco Innovazione, nell’area delle ex Officine Reggiane, anche come primo tassello di espansione. Il nuovo corso di Unimore sulla Dad tratterà l’editoria digitale, passando anche per l’ambito pedagogico e psicologico della didattica a distanza.
Il varo del corso universitario della DaD è previsto nel prossimo mese di settembre.
Intanto, però, c’è chi la DaD la vorrebbe mettere nel dimenticatoio. O nei “libri neri”. Tanto da escogitare soluzioni ingegnose per mortificarla e per tornare il prima possibile alla didattica in presenza.
Come gli studenti delle scuole superiori di Torino appartenenti al ‘Rinascimento Studentesco‘, che emulando Martin Lutero fuori dalla chiesa del castello di Wittenberg anche hanno esposto le loro 95 tesi, il 23 marzo in piazza Castello.
Uno dei “pezzi forti” degli studenti è proprio la richiesta di far tornare la didattica da remoto al suo ruolo di comprimario all’interno del panorama formativo. Dimenticando, però, che nel frattempo è stato anche sottoscritto un contratto tra amministrazione e la maggioranza dei sindacati, che ha istituzionalizzato la DaD, anche per lo svolgimento degli scrutini.
Certamente, hanno spiegato gli studenti, non c’è solo da cancellare la Dad per risollevare le nostre scuole, ma serve pure “la lotta al bullismo”, fino “alla partecipazione nelle decisioni degli istituti”. “La scuola – hanno detto – non è solo un luogo dove studiare o essere interrogati, ma è un luogo di confronto e di politica”.
Per questo serve “un cambiamento rivoluzionario, come furono le 95 tesi di Lutero”.
Intanto, il comitato “Priorità alla Scuola” ha confermato l’intenzione, per venerdì 26 marzo, di non collegarsi on line per svolgere attività di DaD.
Secondo il Comitato c’è bisogno di farsi sentire, con uno sciopero nazionale, per avere la possibilità di “uscire di casa e andare nelle strade e nelle piazze in cui ci saranno le manifestazioni, i presidi, i flashmob, le lezioni all’aperto”.
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