Magra figura per la Ministra Azzolina e per le Regioni questo “lockdown” parziale delle scuole superiori.
La prima perchè aveva intrapreso una giusta battaglia per la didattica in presenza dimostrando di averne compreso la fondamentale importanza, le seconde perchè con la chiusura certificano la propria incapacità a gestire i servizi di trasporto pubblico locale e più in generale il sistema di gestione dei propri territori.
Appena un paio di giorni fa, il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Giorgio Locatelli aveva spiegato come la scuola non fosse il punto da cui parte il contagio e che la riapertura non dopo la chiusura totale della scorsa primavera non avesse inciso sull’aumento dei casi che stiamo registrando registrando. E’ evidente a tutti come il problema non sia la scuola.
Il rischio, e noi socialisti lo stiamo dicendo da tempo, è di rendere ancora più profondo il solco culturale che già esiste tra i giovani italiani di diversa estrazione sociale. Il rischio quindi è di trovarci tra qualche anno, come italiani, con un enorme numero di ragazzi poco preparati, con tutto ciò che ne conseguirebbe.
La Didattica a distanza infatti, poco può sull’istruzione di molti giovani che necessitano di stimoli e motivazione e poco può laddove ci siano famiglie in difficoltà economica o sociale.
Noi socialisti, oltre ad auspicare che il 24 novembre le scuole si riaprano per tutti, speriamo che questo mese di chiusura e i fondi europei vengano usati per rendere finalmente efficiente il trasporto pubblico.
Luca Fantò, Responsabile nazionale PSI scuola
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