La DDI è un dovere: si legge nella nota operativa ministeriale che, come avevamo preannunciato, formula un’ipotesi normativa riguardante la didattica digitale integrata, da inserire nel CCNI.
A seguito della firma della FLG CGIL, è arrivata la nota ministeriale, i cui tratti generali spieghiamo in un altro articolo.
Il punto è che quello all’istruzione è un diritto costituzionale e come tale va garantito da tutte le scuole, qualunque siano le condizioni e le avversità ambientali, ragion per cui la pandemia non può impedire ai bambini e ai ragazzi di venire istruiti e formati. Ne consegue che il docente ha un obbligo professionale cui non può sottrarsi.
Le istituzioni scolastiche hanno duramente lavorato, durante i mesi estivi, per garantire il diritto costituzionale all’istruzione, attraverso l’applicazione delle disposizioni dei protocolli di sicurezza, finalizzati a garantire la didattica in presenza e in sicurezza, e la predisposizione del Piano per la didattica digitale integrata (Piano DDI).
Le disposizioni normative vigenti rendono cogente ed effettiva, nei casi e nei modi specificamente individuati, l’attivazione della DDI, che dunque rappresenta un dovere, definito per legge, sia per le istituzioni scolastiche sia per i lavoratori coinvolti. Un dovere che è correlato strettamente alla missione di ogni comunità educante: quella di garantire, a tutti, l’istruzione.
Il documento quindi va a rendere applicativo quanto era stato stabilito già dal DL 22/2020 che dispone quanto segue: in corrispondenza della sospensione delle attività didattiche in presenza a seguito dell’emergenza epidemiologica, il personale docente assicura comunque le prestazioni didattiche nelle modalità a distanza, utilizzando strumenti informatici o tecnologici a disposizione, potendo anche disporre per l’acquisto di servizi di connettività delle risorse di cui alla Carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione del docente.
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