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La decontrattualizzazione e l’asimmetria tra diritti e doveri contrattuali

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Continua inarrestabile la corsa verso un arretramento del potere contrattuale dei docenti della scuola e del personale tutto. Un fenomeno che è iniziato da almeno un quinquennio e che si chiama “decontrattualizzazione”. 
Questo fenomeno ha generato e sta potenziando una evidente asimmetria tra i diritti e i doveri contrattuali. La decontrattualizzazione è una chiara destrutturazione del vigente contratto collettivo nazionale di lavoro della scuola, che tra le altre cose è scaduto da oltre tre anni. In cosa consiste in buona sostanza questa decontrattualizzazione? Consiste in una costante invasione di campo del potere legislativo che, intervenendo con l’approvazione di alcune leggi di riordino o di risparmio della spesa pubblica, cancella di fatto parti consistenti del contratto dei lavoratori della scuola. Così facendo si sono cancellati dei diritti del personale scolastico, che si vede poco tutelato dai sindacati. 
E’ opinione diffusa, tra i lavoratori della scuola, che i sindacati si accontentano di accordi al ribasso, che alla diminuzione dei diritti vedono una proporzionale pretesa dei doveri. All’orizzonte nulla di buono sul rinnovo contrattuale della scuola, anzi si sta pensando molto concretamente di prolungare al 2015 il blocco dei contratti e ogni pretesa di aumento stipendiale. Infatti la Commissione Bilancio di Camera e Senato, ha preso in esame la bozza di Regolamento sul blocco di stipendi e contratti pubblici fino al 31/12/2014. 
Si procede spediti senza ripensamenti verso il provvedimento che vedrà l’attuale contratto della scuola prorogato per altri due anni. La conseguenza di questo blocco sarà inevitabilmente il procrastinarsi del blocco biennale degli scatti di anzianità. I sindacati cercano, maldestramente, di negare questa triste evidenza, che sta sotto gli occhi di tutti, sostenendo per esempio che le contrattazioni integrative d’istituto si devono svolgere su tutte le materie previste dal CCNL, compreso, e per intero, l’ormai famigerato art.6 . Purtroppo sappiamo bene che la realtà, nascosta dai sindacati, è un’altra, ed è quella di un sempre maggiore potere autonomistico, anche sull’organizzazione del lavoro all’interno delle singole scuole, del trionfo dei dirigenti scolastici appoggiati dalle loro associazioni e della legge Brunetta che dà loro immensi poteri. La scuola è diventata una struttura dall’organizzazione verticistica, che non si può piegare alle logiche dei contratti e non può, per ragioni di produttività e di raggiungimento degli obiettivi di azienda, restare vincolata agli obblighi di norme e regolamenti rigidi. 
E’ diventata una scuola frenetica, dove l’ossessione del risultato, da raggiungere a tutti i costi, ha fatto saltare il tappo dei diritti contrattuali, creando una forte asimmetria tra diritti sottratti e l’introduzione di nuovi doveri. 
Una logica aziendalistica che non funziona ed è fallimentare, perché fatta con i soldi pubblici, che tra le altre cose stanno anche diminuendo sensibilmente.