La sottosegretaria all’istruzione, Paola Frassinetti, avrebbe “già detto al ministro dell’Istruzione di voler rimettere i voti alle primarie”, ma aggiunge pure che “la scuola torni a essere un ascensore sociale che è nel dna della destra”.
Tuttavia nel dna della destra abbiamo finora visto una scuola aziendalistica, protesta verso il privato, con poche idee che non siano “disciplina e ordine”, compresi attacchi agli anni della contestazione del “68, crogiolo e fonte di tutto il male dell’istruzione italiana: cinquant’anni di danno, da allora fino a oggi.
Ma la scuola sarebbe stata pure, lo asseriva Berlusconi, un potere forte in mano sempre alla sinistra, scordando che dal 1946 fino a metà degli anni “90 del 900 i ministri dell’istruzione sono stati sempre democristiani.
A tutto questo, la destra aggiunge una continua recriminazione contro una non meglio chiarita dittatura della cultura di sinistra perfino sull’istruzione che vuole, parola di ministro Valditara, “standard imposti e persone tutte uguali. Noi che siamo di destra, alternativi al mainstream, sappiamo che non c’è la società o lo Stato prima della persona, ma è la persona prima di ogni altra cosa”.
Dove abbiano attinto tali notizie il ministro e la sottosegretaria non sappiamo, anche perché sembra più un luogo comune che una effettiva analisi sociologica e politica, considerato che proprio la destra, per imporre la sua idea di stato, vuole su tutto legiferare compreso l’uso della lingua italiana. Su tutto mettere ordine, lasciando poco spazio alla inventiva e alla creatività. E ora, non sapendo su cosa intervenire, si riprende il voto numerico alla primaria, mentre il ministro pone mano al voto di condotta.
In altri termini, le grandi riforme della destra per valorizzare la persona, come il ministro dice, sono queste? Sono questi i termini per avviare l’ascensore sociale rappresentato dalla istruzione?
Ricordiamo che proprio su questo tema la ministra Lucia Azzolina ci lavorò a lungo, ma la pandemia ebbe il sopravvento. Inoltre non bisogna nemmeno dimenticare che i tagli più grossi all’istruzione li ha fatti sempre la destra ed è stata sempre la destra che ha di conseguenza tagliato materie e ore di insegnamento in tutti i gradi di istruzione.
Dunque “Adelante ministro, ma con juicio”, fermo restando che si ha l’impressione che la democrazia sia appollaiata paradossalmente sulla bilancia di Brenno dove al posto della spada si mettono i voti per affermare le proprie dittature.
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