Perpetuare la memoria non soltanto perché gli errori del passato non si ripetano, ma anche affinché del passato si coltivino le virtù, il coraggio e l’audacia di chi a un certo momento ha detto ‘basta’, dopo avere preso consapevolezza che non era più tempo di subire ma di agire per liberarsi da uno stato di servilismo e sottomissione.
Questa è in stretta sintesi l’idea che sta alla base del progetto didattico-educativo ‘Le Quattro Giornate insegnano’, presentato la settimana scorsa nella Sala Consiliare della pace e della solidarietà della Municipalità 2 di Napoli.
Con il nome di ‘Quattro giornate di Napoli’ – dal 27 al 30 settembre 1943 –si fa riferimento all’insurrezione avvenuta nel corso della Seconda guerra mondiale, grazie alla quale le masse popolari riuscirono a liberare la città di Napoli dall’occupazione delle forze armate tedesche, agevolando l’ingresso delle truppe alleate.
Il 29 settembre del ‘43 – ricorda il sito del Comune di Napoli – il colonnello Scholl, al comando delle forze armate naziste in città, ottenne di aver libero il passaggio per uscire da Napoli, in cambio del rilascio degli ostaggi tedeschi. Per la prima volta in Europa i nazisti trattavano una resa di fronte a degli insorti. L’avvenimento valse alla città il conferimento della Medaglia d’Oro al Valor Militare.
Adesso, come riferito dal quotidiano La Repubblica, nasce il progetto di cui parliamo, associato al Premio ‘Antonio Amoretti’, in memoria dell’ultimo partigiano napoletano scomparso nel 2022. Un premio lanciato dall’Associazione non governativa “Scuola strumento di pace”, accreditata dall’Unesco come ente esperto nella pedagogia dei diritti umani.
Aperto a tutte le scuole di ogni ordine e grado, il progetto ha la finalità di attualizzare il significato delle Quattro Giornate di Napoli attraverso linguaggi, forme espressive e supporti tecnologici maggiormente in sintonia con i gusti e le sensibilità dei giovani, coinvolgendo gli studenti stranieri, sempre più numerosi nelle scuole e nei centri di formazione, solitamente estranei a iniziative incentrate sulla valorizzazione della memoria locale e nazionale.
Dal punto di vista metodologico, l’approccio – si legge nella scheda di presentazione del progetto – sarà innovativo. L’idea è quella di superare i modelli tradizionali, favorendo metodologie partecipative e creative, attraverso l’impiego dell’intero spettro delle forme espressive, dei linguaggi e delle tecnologie digitali con cui i giovani hanno maggiore dimestichezza e familiarità. Un approccio che renda gli studenti protagonisti nella reinterpretazione e attualizzazione dei valori delle Quattro Giornate: laddove c’è da conquistare libertà e dignità, laddove lievita il sentimento di ribellione contro un potere violento e dispotico, e si è pronti a gridare “Basta”, l’epopea napoletana indica che questo è possibile.
Il progetto durerà per tutto l’anno scolastico e prevede varie fasi, ultima delle quali la creazione di prodotti laboratoriali come podcast, videoclip, messe in scena, brevi video su piattaforme digitali.
I prodotti realizzati dagli studenti, non solo parteciperanno al Concorso ma confluiranno in un archivio digitale che terrà memoria delle esperienze realizzate. Il complesso delle attività educative e didattiche realizzate – concludono i responsabili del progetto – potrà essere visto come un prezioso contributo alla formazione di argini contro ogni deriva antidemocratica.