“Vale la pena ricordare in questi caldi giorni di luglio che anche quest’anno migliaia di precari catanesi, il cui contratto a tempo è scaduto il 30 giugno, non avranno diritto alle ferie retribuite – ha spiegato Antonella Distefano segretaria provinciale FLC CGIL Catania – per loro ricomincia la via crucis per scalare graduatorie e conquistare supplenze annuali”. “Nel totale immobilismo di Stato e Regione – ha aggiunto Michele Vivaldi, segretario d’organizzazione FLC CGIL – alle prese con una pessima riforma Gelmini che non è stata ancora cestinata, i precari continuano a perdere diritti, l’ultima beffa, le ferie non godute, da recuperare nei periodi di chiusura dell’attività didattica”.
“Il prossimo anno scolastico non si preannuncia migliore di quello passato neppure per quanto riguarda l’adeguamento delle scuole primarie e secondarie di primo grado al tempo prolungato – sottolinea Giovanna Nastasi, docente precaria – Non si capisce che fine abbiano fatto le risorse destinate dalla Regione ai comuni: sono state stanziate? Sono state spese? E per cosa?”. “Fatto sta che continuiamo a fare i conti – prosegue Carmen Coco anche lei precaria storica catanese – con un sistema che in Sicilia penalizza innanzitutto gli studenti che rispetto ai coetanei del nord Italia perdono ben due anni di lezioni, la dispersione scolastica tocca livelli record e c’è una evidente carenza di strutture scolastiche. Un sistema che disperdere quasi il 50% dell’organico dei docenti e il 25% tra collaboratori scolastici e assistenti amministrativi”.
“Chiederò un incontro al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini – ha assicurato la parlamentare democratica Luisa Albanella –Nell’immediato c’è da ordinare la cosiddetta graduatoria GAE (ad esaurimento) e quella “24mesi” del personale ATA”. “Quanto alle stabilizzazioni – conclude Albanella – è necessario in debita considerazione i tempi’. “Come FLC CGIL Catania – chiosa Antonella Distefano – non vorremmo festeggiare ancora molti pensionamenti di insegnanti che non si sono fatti un solo giorno di lavoro in ruolo”.
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