Sono mamma e ingegnere torinese a Parigi. Mia figlia più piccola ha frequentano la prima elementare quest’anno.
A me la didattica a distanza è piaciuta moltissimo.
Nella classe prima elementare della Leonardo da Vinci di Parigi abbiamo avuto maestri meravigliosi.
Hanno saputo in emergenza e con otto ore di videochiamate alla settimana dare una scuola di alto livello. In questo momento di emergenza sanitaria dove era impedito un tempo fisico a scuola , abbiamo avuto il prezioso senso di appartenenza a una classe. Con le aperture musicali tutte le mattine alle 10 e l’appello.
I bimbi che raccontavano al maestro le loro cose e lui che li guidava avanti con il programma già iniziato l’autunno prima a scuola. Poi tre pomeriggi a settimana anche le maestre di inglese, francese e il maestro di religione hanno contribuito ad arricchire l’offerta umana e didattica.
Abbiamo avuto l’impressione di aprire un nuovo capitolo di storia, scritto dai bimbi e dai loro maestri.
Da anni trovavo la scuola troppo massiva in termini di orari.
Tanti genitori favorevoli a un tempo pieno, anche esageratamente lungo e fino alle 18.
Sentivo il bisogno di snellire, alleggerire.
Serve un’aria di maggior libertà. Imparare con entusiasmo e slancio che solo il necessario ricambio di idee e ambienti frequentati permettono.
La scuola che vorrei? Due, al massimo tre mezze giornate in presenza e il resto uno o due incontri a distanza. L’autonomia, la sociabilità avrebbero ampiamente lo spazio di svilupparsi. La fantasia, la possibilità di autogestirsi il tempo e di affinare i gusti personali non rischierebbero di essere soffocate da attività rigidamente strutturate otto ore tutti i giorni.
Come genitore che ama affiancare i figli nel loro percorso di apprendimento, fino all’esame di maturità e per gli esami di matematica (la mia passione) anche all’università, trovo che la didattica a distanza offra un’interessante strumento di sguardo “all’interno dell’aula” . In questo modo si riesce a costruire un percorso di potenziamento in linea con la didattica dei maestri.
Questa è l’elasticità di cui abbiamo bisogno a scuola e nella società.
Nella storia dai momenti di crisi si imparano delle lezioni che permetteno di evolvere come umanità.
La crisi covid-19 apre nuovi orizzonti all’architettura urbana, all’ecologia e ambiente, al mondo del lavoro . Perchè proprio la scuola dovrebbe restare unico ambiente stagno al progresso e reazionario?
Monica Sartori
Fino alle ore 23.59 di lunedì 30 dicembre 2024, sono aperte le funzioni per presentare…
Fino alle ore 23.59 di lunedì 30 dicembre 2024, sono aperte le funzioni per presentare…
In questi giorni si è parlato moltissimo dell'emendamento alla legge di bilancio 2025, ora ritirato,…
Negli ultimi trent'anni, la scuola italiana ha subito un progressivo processo di riduzione delle autonomie…
L'attrice Luisa Ranieri, classe 1973, ha rilasciato un'intervista a Fanpage in cui ha parlato in…
Come sappiamo il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha querelato lo scrittore Nicola…