La didattica a distanza, come spesso abbiamo avuto modo di riportare su questa testata giornalistica, ha creato più malumori che apprezzamenti. Sin dalle prime settimane si è infatti affermato il principio secondo il quale “la didattica a distanza non è scuola. Non può sostituire la didattica tradizionale“.
Se su questo assunto siamo tutti d’accordo, ma le sfumature relative alle lezioni online non bisogna sottovalutarle perché ci forniscono il “sentimento” degli insegnanti nei confronti della DAD.
In risposta al nostro post pubblicato sulla nostra pagina Facebook, che elencava una sintesi dei motivi per “odiare” la DAD forniti in questi mesi dagli stessi insegnanti, abbiamo avuto alcune riflessioni più dure, ma anche alcune che mostrano un punto di vista più costruttivo rispetto a quanto emerso fino ad oggi.
“Gli inconvenienti sono da imputare maggiormente alla mancata diffusione della banda larga. Ciò ha determinato una didattica sostanzialmente classista. La nostra nazione è indietro di trent’anni rispetto ai paesi più evoluti. Così la nostra classe politica, eccessivamente reazionaria e poco coraggiosa“.
“È stata una situazione contingente per assicurare i diritto allo studio. Non può sostituire la didattica in presenza, semmai può integrarla”
“Credo che sia una modalità che non deve essere del tutto abbandonata soprattutto nelle scuole superiori perché i ragazzi si devono abituare ad una modalità di lavoro “Smart working” ovvero “lavoro agile” non vincolato a orari e luoghi di lavoro“.
“Il punto è proprio questo: molte insegnanti sono state incapaci di gestire la didattica a distanza. Nella nostra scuola, per fortuna, non è stato così. Tutto dipende dalla modalità con cui vengono proposte attività, anche, anzi, soprattutto le occasioni di SOCIALIZZAZIONE“.
“D’accordo….però gli insegnanti sono stati grandissimi!Bravissimi fossi io il ministro vi premierei tutti”
“La dad andava bene per l’ emergenza adesso dobbiamo rientrare in sicurezza punto. Sì può essere d’accordo o meno ma in casi come questi non vi erano alternative“.
“Il nulla sarebbe stato molto peggio. Ha permesso di esplorare modalità diverse di fare scuola. Utile in casi particolari, ad esempio, raggiungere ragazzi che, per motivi di salute, accumulano molte assenze“.
“W gli insegnanti che , nonostante tutto, si sono REINVENTATI dalla sera alla mattina! E w la Dad che, nonostante i propri limiti, è stata l’ unica didattica possibile in periodo di emergenza!!!! Che ben venga se dovesse ripresentarsi di nuovo la necessità di metterla in atto!”
Come si può leggere da questi commenti riportati, il giudizio sembra molto più ampio rispetto a poco tempo.
Non si discute infatti il carattere di straordinarietà e “improvvisazione” della lezione a distanza, che, non può certamente raggiungere i livelli di apprendimento desiderati.
Ciò non toglie che nella didattica a distanza ci possano essere degli elementi positivi da utilizzare, magari con uno schema più preciso e organizzato per integrare la didattica online con la didattica in presenza. Anche perché, non è del tutto escluso che il prossimo autunno la didattica distanza cadrà nel dimenticatoio: tutto dipende infatti dal quadro epidemiologico e dalle scelte per la riapertura a settembre.
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