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“La didattica a distanza non è da ricondurre a quella in presenza”. Lo dice il preside Policaro

Un importante stanziamento per la didattica distanza è stato deliberato dal Governo. Si tratta di capire adesso come le risorse saranno utilizzate nello specifico, ovvero in che termini la DAD, anche dal punto delle metodologie la si intenderà applicare.

Sul tema non mancheranno nei prossimi giorni riflessioni e confronti che in questi giorni già sono iniziati. Sarà un unico modello di DAD? Sarà un modello che ciascuna istituzione scolastica svilupperà nella massima autonomia? Ci si chiede inoltre se la DAD richiamerà la scansione dei tempi  come avviene con la didattica in presenza. A quest’ultimo interrogativo, proponendo una interessante riflessione, risponde Giovanni Policaro, già preside e ds presso il Liceo Capialbi di Vibo Valentia e già Segretario regionale della Cisl Scuola Calabria nonché ex Componente dell’ esecutivo nazionale della Cisl Scuola – Cultore ed esperto in materia di consulenza e contrattazioni sindacali.

“Direi – afferma Policaro – che la ‘stortura’ principale è quella di voler ricondurre le attività di didattica a distanza ai tempi e metodi di quella in presenza. Per definizione l’uso di piattaforme online si slega dagli spazi consueti e dai vincoli temporali, fornendo agli utenti la possibilità di cimentarsi, in momenti scelti da loro, in attività assai diverse da quelle che caratterizzano la lezione frontale. Assistiamo invece a erogazioni di ‘lezioni frontali obbligatorie’ in molti casi con verifica di presenza tramite ‘appelli’ su whatsapp, firma di registro elettronico e in orari che replicano quello scolastico. Il che vanifica la ricchezza offerta da rodate metodologie di didattica a distanza che invece puntano sul potenziamento delle capacità meta cognitive per far diventare autonomi gli studenti e renderli maggiormente responsabili nel loro studio”.

 

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Fabio Guarna

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