Si sta sempre più diffondendo la scuola illusiva ed è quella che si contrappone alla scuola inclusiva, alla scuola reale, cioè alla scuola che “dovrebbe” formare, ma non forma.
La scuola illusiva è la scuola della “meraviglia”, dello stupore, che fa intravedere le cose e che illude l’alunno di essere un “genio”, ma nella realtà non lo è. La scuola illusiva non punta al successo formativo ma cerca soltanto di abbagliare l’alunno, di “ingannarlo” facendogli osservare una mondo edulcorato, molto lontano da quello reale, completamente avulso.
La scuola illusiva, quella che fa sgranare occhi e spalancare orecchie a genitori e alunni, offrendo loro la visione di un mondo scolastico e di una didattica alternativa capace solo di destare meraviglia, stupore o meglio far vedere in forma “paradisiaca” quello che nella realtà cogente non esiste affatto.
Insomma si tratta di una didattica esteticamente bella, entusiasmante, capace di creare momenti di gloria, ma che al suo interno si presenta come un guscio vuoto, inconsistente.
Ebbene sono lontani, ormai i tempi in cui si faceva a scuola una didattica formativa, capace di riempire le teste dei nostri alunni, di prepararli alla vita, ad affrontare tutte le difficoltà che la vita pone davanti.
Ormai tra didattica formativa e didattica illusiva non si capisce più a chi dei due termini dare la precedenza. Fatto sta che la scuola italiana ha urgente bisogno di cambiare rotta, di mutare pelle se si ha la volontà di farla risorgere dalle ceneri.
Mario Bocola
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