La professione docente è diventata molto delicata perché si innestano diverse dinamiche nel processo di insegnamento e di apprendimento.
Mentre in passato gli studenti erano ricettori passivi delle nozioni fornite dagli insegnanti, i quali erano trasmettitori dei saperi disciplinari oggi, invece, svolgono un ruolo attivo e il docente svolge la funzione di facilitatore e non più quella di trasmettitore delle conoscenze, Insomma si creano delle dinamiche di relazione durante le quali tra il docente e l’alunno si deve creare una sorta di interscambio e lo stesso insegnante deve mettersi in continua discussione soprattutto per catturare al meglio l’attenzione degli studenti.
Tenere alta l’attenzione in classe e suscitare l’interesse degli studenti non è una cosa semplice ed è proprio su questo metro che si misura la capacità del docente nelle relazioni di classe.
Tuttavia una delle strategie didattiche più efficaci è quella di porre agli studenti domande su argomenti che possono suscitare in loro interesse e soprattutto curiosità.
La curiosità di conoscere, di sapere, di apprendere, di scoprire un mondo nuovo e mai esplorato è una buona base di partenza per affrontare qualsiasi tipologia di argomentazione in classe.
Un valore aggiunto a quello delle conoscenze pregresse è l’utilizzo degli strumenti che “accompagnano” l’azione didattica, ossia l’utilizzo delle strumentazioni informatiche capaci di attirare l’attenzione. Le LIM (Lavagne interattive multimediali) svolgono un ruolo significativo nel processo di insegnamento e di apprendimento perché permettono di svolgere al meglio il processo di ricerca-azione da parte degli studenti, cosa che li coinvolge direttamente e il ruolo del docente è soltanto quello di facilitatore e di intermediatore tra la LIM e gli studenti.
Una didattica visiva fatta di immagini, di colori, di filmati si mostra oggi più efficace rispetto a quella tradizionale della lezione frontale dove il docente “passa” le sue conoscenze agli alunni. Partire dalle immagini per arrivare al testo si rivela un ottimo metodo di apprendimento perché le immagini catturano istantaneamente la curiosità e restano subito impresse nella mente dello studente, il quale (se il clima della classe è positivo) si sente nello stesso tempo attore e protagonista della lezioni: pone domande, chiede spiegazioni e chiarimenti partendo proprio dalle immagini, dai filmati.
L’unico neo è che non tutte le scuole d’Italia sono dotate di strumentazioni per favorire una didattica visiva e su questo la sfida del futuro della scuola è importante.
Mario Bocola