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La differenziazione didattica per l’inclusione

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Riceviamo e pubblichiamo un commento del vicepresidente FISH Salvatore Nocera, in merito al volume “Differenziazione didattica per l’inclusione”, pubblicato da Luigi d’Alonzo.

“Si chiama La differenziazione didattica per l’inclusione l’interessantissimo libro di 129 pagine, corredato da un’ampia bibliografia, recentemente pubblicato da Luigi d’Alonzo, docente di Pedagogia Speciale all’Università Cattolica di Milano.

Che non si tratti solamente di un importante studio per addetti ai lavori,  ma di un serio manuale offerto al lavoro pratico dei docenti in classe, si evidenzia sin dal sottotitolo (Metodi, strategie, attività). I cinque capitoli in cui si sviluppa il volume mettono in luce le difficoltà dell’insegnare in classi in cui gli alunni non sono solo diversi tra loro, ma molto differenti da quelli di una volta, quando non erano distratti da altre agenzie informative e dall’incertezza del lavoro futuro. In particolare, si evidenziano le differenze esistenti tra gli alunni odierni e la presa di consapevolezza dei docenti di questa nuova realtà.
Vengono inoltre approfondite le diverse teorie su come funzionano le intelligenze, le differenti metodologie didattiche per rispondere ai bisogni educativi dei diversi alunni e si forniscono consigli pratici – scientificamente validati da ricerche sul campo – per rendere più disponibili i differenti alunni ad apprendere e i diversi docenti più idonei ad insegnare.
E in questo quadro vi è pure una parte dedicata all’inclusione degli alunni con disabilità, nella logica generale della teoria dell’inclusione di tutti.

Luigi d’Alonzo è un esperto della ‘gestione della classe’, tema al quale ha dedicato numerose ricerche e pubblicazioni. Con questo volume completa i suoi studi precedenti, evidenziando in particolare la necessità di chi voglia insegnare agli studenti di oggi ad acquisire una professionalità fatta non solo di contenuti disciplinari, ma di una sapienza didattica nel saper capire i bisogni educativi dei differenti alunni e nel sapere approntare strategie didattiche rispondenti a tali differenti bisogni.

I temi trattati e gli specifici argomenti sono di estrema attualità, proprio in queste settimane in cui sono in discussione per un Parere in Parlamento e nell’opinione pubblica culturale e politica i contenuti dei Decreti Delegati della Legge 107/15 (La Buona Scuola), e soprattutto quelli sull’inclusione degli alunni con disabilità (Atto di Governo n. 378), sulla formazione iniziale e in servizio dei docenti curricolari e per il sostegno (Atto del Governo n. 377) e sulla valutazione degli alunni da parte dei docenti (Atto del Governo n. 384).

In tal senso, vi è uno scontro in atto tra due modi di pensare: da un lato i cosiddetti ‘disciplinaristi’, che insistono per dedicare il massimo dei tempi di studio dei futuri docenti alla competenza delle singole discipline di insegnamento; dall’altro, coloro che sostengono, invece, che uno spazio indispensabile debba essere assegnato alla pedagogia e alla didattica, generale e speciale, nei corsi universitari rivolti a tutti i futuri docenti (curricolari e di sostegno), proprio per saper rispondere ai differenti bisogni educativi.

Si badi bene: non si tratta di formare dei docenti specializzati negli aspetti sanitari delle diverse disabilità; occorre invece che i docenti curricolari, e soprattutto quelli per il sostegno, conoscano i differenti bisogni educativi degli alunni con disabilità e siano in grado di approntare le strategie didattiche più appropriate.
Ad esempio, mentre per gli alunni non disabili l’insegnamento della letto-scrittura avviene ormai con il metodo globale, per gli alunni ciechi, invece, deve avvenire con il tradizionale metodo sillabico, poiché essi leggono con il metodo Braille, basato sulla ‘lettura tattile’.

La lettura del nuovo libro di Luigi d’Alonzo, quindi, diviene fondamentale per chi voglia insegnare oggi in un mondo che cambia, con alunni che sono già cambiati rispetto ai compagni di ieri.