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La diffusione del sapere: la cultura salva vite umane

Tra conoscenza e metodi e/o strumenti di diffusione delle idee c’è una profonda dipendenza, i secondi hanno subito una significativa evoluzione nel tempo che presuppone anche una miglior diffusione della cultura ma non sempre conoscenza e diffusione hanno proceduto nella stessa direzione.

La conoscenza quando è stata utilizzata come strumento di potere, (economico, sociale, politico …), ha conosciuto ostacoli nella diffusione. I pochi che avevano strumenti per conoscere non diffondevano il sapere per non avvantaggiare gli altri, la sapienza era prerogativa di pochi e finalizzata al benessere di questi. In queste società si trasmetteva verbalmente la conoscenza in modo indiretto attraverso miti e storie che dovevano essere interpretati.

La trasmissione scritta non era per il popolo e le biblioteche erano palazzi che assomigliavano a fortezze. Distruggerle azzerava il potere dei regnanti. La stampa ha permesso l’abbattimento dei costi e ha reso la diffusione delle idee più economica ma si è reso necessario lo sviluppo delle capacità di leggere e comprendere. Scolarizzare le masse popolari favorendo in essa la diffusione della conoscenza fu interpretata come concorrenza per chi gestiva il potere. Le società non democratiche non sono favorevoli allo sviluppo della cultura poiché questa è antagonista al potere personale e riconosce e affida alle persone capaci il potere di governare.

In passato la scienza astronomica ha permesso di orientarsi nello spazio e nel tempo, favorendo le pratiche agricole, le esplorazioni, la conquista di nuove terre, era compito di astronomi/sacerdoti organizzare le economie delle città/stato, ma questi utilizzarono l’astronomia anche come strumento di mantenimento del potere. Questa pratica ha portato i regnanti e anche la Chiesa ad avere osservatori astronomici propri perché funzionali al potere, ma questa storia ebbe termine quando menti non conformi a questo schema produssero idee in modo autonomo. Non era la conoscenza a far paura ma il metodo che si era utilizzato a spaventare. Oggi il metodo sperimentale è una conquista del sapere scientifico che si è svincolato dal potere politico e religioso, esso può spaventare ancora la politica poiché non è democratico e può non coincidere con chi ha il potere. La conoscenza per essere tale non deve aver consenso, deve sottoporsi ad una verifica fattuale e chiunque può farlo.

La cosa più bella e rivoluzionaria è che lo scopritore è tale quando la mette a disposizione dell’umanità che verifica e applica. Per questo motivo è necessario diffondere il sapere oltre che raggiungerlo attraverso la ricerca, I centri di ricerca, le università, la scuola, le riviste specializzate ..,, espandono il sapere e sono organi deputati a farlo, ci sono anche altri mezzi di diffusione, i quali non essendo controllati da persone autorevoli, diffondono false notizie non facili da discernere da persone comuni, poco competenti. Questa diffusione è nefasta poiché propone atteggiamenti e culture avverse al metodo della Scienza, con conclusioni che sfuggono alla verifica e che si appoggiano al consenso. Ricordiamoci a titolo di cronaca la terapia Di Bella, il metodo stamina e ultimamente il no-vax. Chi diffonde conoscenza non si priva di qualcosa, questa non è un bene materiale, si mantiene inalterato il proprio patrimonio di idee che nella conferma pubblica trova significato. Chi ascolta può beneficiare di quello che ha ricevuto trovando significati al suo modo di agire e aiuta il progresso del sapere con la sua applicazione e/o verifica.

La conoscenza quando è patrimonio di pochi sfugge alla pubblica verifica e interrompe la sua evoluzione. Si può bloccare la diffusione della conoscenza, della cultura, bloccando la circolazione delle persone, delle vie di comunicazione, delle merci .., la chiusura delle civiltà attraverso i blocchi che oggi hanno sembianze diverse dalle mura medioevali ma significati simili, hanno come obiettivo principale l’auto-centrismo un atteggiamento culturale avverso alla Scienza. “ La scienza non è nient’altro che una perversione se non ha come suo fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell’umanità” (N. Tesla)., il medioevo culturale convive nella nostra società, come dimostrano i Talebani, l’ISIS …

In altre parole la cultura trasmessa migliora la vita di tutti perché favorisce il suo sviluppo. Le conoscenze che abbiamo sono poche e irrisorie rispetto a quelle future, acquisibili in società aperte, eccentriche, e quelle raggiunte nel passato è necessario rivalutarle perché ci orientano. Diffondere cultura migliora la società di oggi e di domani, questo dovrebbe essere il primo obiettivo delle persone organizzate in società complesse. La diffusione o divulgazione del sapere comporta il decentramento dell’ego dell’individuo e dalla società autarchica verso una forma culturale policentrica in cui l’insieme delle menti si compone in una forma non gerarchizzata da strutture di potere ma valorizzando tutti. Chi parla e chi ascolta sono sullo stesso piano e entrambi in questo rapporto osmotico contribuiscono al miglioramento dell’umanità.

Studenti quando tornate a casa dalle lezioni riflettete il sapere in famiglia, tra gli amici e nei luoghi che frequentate, la diffusione capillare e conforme è l’unica arma che abbiamo per migliorare la vita di tutti e ci permette di riconoscere i millantatori che ci sono sempre stati e sempre ci saranno. Occorre fidarsi dei dati fattuali e non delle persone che qualunque posizione occupino sono fallaci. La cultura oggi come in passato migliora e salva la vita umana.

Gabriele Fraternali

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