Gli italiani sono favorevoli ad introdurre la formazione “On line” in maniera stabile anche dopo l’emergenza sanitaria legata al corona virus.
Secondo uno studio di Fileta E Docety , una piattaforma di E-Learning che in questi giorni ha messo a disposizione materiale e corsi on line per le scuole, condotto su un campione di 600 persone, ha rilevato che il 96%,della popolazione ritiene fondamentale usare sistemi digitali per la formazione on line in maniera definitiva in tutte le scuole, ma solo un terzo ritiene di voler digitalizzare la didattica scolastica.
Le ragioni di questa diffidenza nei confronti di questo cambiamento importante sono legate principalmente alla scarsa alfabetizzazione informatica generale ed evidentemente una cultura poco incline ai cambiamenti. Ma a pesare sulla digital trasformation della didattica scolastica sembra essere, per il campione intervistato, la mancanza di infrastrutture e la mancanza di volontà politica negli ultimi anni ad attuare un piano serio di conversione.
Tra i più favorevoli troviamo i diciottenni: il 42% è ottimista sulla digitalizzazione della didattica, mentre tra i più scettici troviamo gli italiani residenti all’estero e quelli che possiedono un dottorato.
Le modalità di formazione on line più apprezzate sono i video corsi preregistrati soprattutto tra gli studenti, e la formazione “live” in particolare quella one to one che favorisce una comunicazione diretta e bidirezionale con il docente. Infatti, uno dei rischi della formazione “live” tra più persone è il cadere nella unidirezionalità della comunicazione dove a parlare è solo il docente e gli studenti sono restii ad intervenire. In alcuni casi l’effetto è legato anche al fatto che le domande vengono poste via chat, per cui si elimina di fatto ogni tipo di intervento del discente.
Altro strumento molto apprezzato è il webminar, un approccio interattivo “uno a molti” che piace in particolare agli studenti sotto i 18 anni.
Il PNSD, il Piano Nazionale per la Scuola Digitale è nato proprio con l’obiettivo di trasformare la didattica tradizionale radicata nelle scuole, in scuola 2.0 con l’inserimento di strumenti digitali e multimediali ed utilizzo di internet .
L’emergenza sanitaria che ci obbliga a rimanere a casa, ha accentuato l’esigenza per tutti ragazzi ed adulti, di usare necessariamente Internet, il tablet e il proprio smartphone anche per studiare, lavorare, fare la spesa, pagare le bollette. Non a caso più scuola digitale e smartworking a regime anche nella PA sono due pilastri del decreto “Cura Italia” varato dal Governo.
Il provvedimento stanzia ben 85 milioni di euro per incrementare le piattaforme informatiche per la didattica a distanza, circa 10mila euro a scuola.
In dettaglio 10 milioni serviranno per consentire alle scuole di dotarsi come riporta il Corriere delle Comunicazioni, per consentire alle scuole di dotarsi di piattaforme e strumenti digitali necessari per la formazione a distanza, 70 Milioni per mettere a disposizioni di tutti gli studenti di dispositivi quali tablet, computer e la rete e gli ultimi 5 per la formazione dei docenti.
In conclusione, i dati della ricerca seppur su un campione ridotto, confermano che gli studenti sono pronti ad utilizzare nuovi strumenti didattici, ed affrontare al meglio un contesto di scuola innovativa e digitale.
Sarà responsabilità della politica e degli addetti ai lavori continuare questo percorso di riconversione anche dopo questa parentesi legata all’emergenza sanitaria continuando a spingere l’acceleratore come sta avvenendo per pura necessità in questi giorni.
Altrimenti sarà l’ennesima occasione sprecata di rinnovamento del nostro Paese.
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