È risaputo che spesso la comunicazione politica post-moderna tende a non essere veritiera, a dimenticare i fatti. Nel caso specifico la non attualità della Riforma Gelmini e dintorni. Non è ancora la post-verità, anche se ormai manca poco alla sua completa affermazione.
Ieri il leader di Forza Italia ha dichiarato che i quattro governi succeduti al suo (2008-2011) hanno dissipato la “Riforma Gelmini”.
Strana dichiarazione, se riferita a quanto dichiarava M. Stella Gelmini: “Alla fine il tempo ci ha dato ragione! Dopo anni di battaglie per risollevare un sistema educativo intorbidito dalla coda del ’68, ora anche la sinistra finalmente ha dovuto dare atto ai Governi Berlusconi …
Parole quali merito, carriera dei docenti, valutazione, premialità, raccordo scuole-impresa, modifica degli organi collegiali della scuola, sono state portate alla ribalta dal centrodestra, seppur subendo le censure e le aspre critiche da parte di sinistra e sindacati. Ora a sdoganarle ci ha pensato direttamente il Premier Renzi, leader del maggior partito della sinistra italiana, insieme al Ministro Giannini, un tecnico che proviene dal mondo universitario. Positiva anche la messa a regime di riforme approvate dagli ultimi governi di centrodestra..”
La “dimentichite” di Silvio Berlusconi. Quindi ci troviamo di fronte all’ultimo esempio di calcolo, di smarcamento. di affermazione di un’identità solo formale.
Come afferma spesso il filosofo marxiano e gramsciano D. Fusaro, la distinzione tra destra e sinistra è solo formale. Sostanzialmente affermano e realizzano lo stesso finanzcapitalismo (L. Gallino).
In altri termini, ci troviamo di fronte ad una continuità tra i governi di destra e di sinistra.
Le classi pollaio, istituzionalizzate con la legge 133/2008 art 64 con l’avvallo della coppia Gelmini-Tremonti. Queste sono state aggiornate da Renzi (commi 332 e 333 dell’art.1 della legge 23 dicembre 2014 n. 190 Legge di stabilità) in “superpollaio”, che si formano per obbligo dei Dirigenti di non nominare supplenti il primo giorno di assenza del titolare.
Smantellamento della legge 148/90 (Riforma scuola elementare). Abolite le compresenze, i moduli didattici (legge 133 del 2008 . Si legga ” Il modulo è morto…“) fortemente depotenziato il tempo pieno e ripristinato il maestro unico ( decreto-legge 137/2008). I governi seguiti a quello di Berlusconi hanno confermato queste decisioni.
Il blocco dei contratti. Questa prassi è iniziata con Berlusconi (Legge di Stabilità 2010), confermata da Monti, Letta e Renzi (leggi di Stabilità 2014 e 2015). Quest’ultimo è stato costretto rivedere la decisione dopo la sentenza della Corte Costituzionale del 24 giugno 2015 che ha decretato l’improrogabilità del blocco.
Mancata restituzione dei 2.400 milioni. M. Stella Gelmini aveva promesso che il 30% dei tagli della scuola, sarebbero tornati ad essa sotto la voce della “premialità”. Bene, questi risparmi sono spariti dai radar dei governi seguenti a quello di Berlusconi.
Questi sono i fatti. Da qui occorre partire per valutare la “dimentichite” di Silvio Berlusconi. Io l’ho già fatto. Posso solo scrivere che non ho nessuna intenzione di essere preso in giro. Magra consolazione! Amara! Ne sono consapevole, ma ci tengo alla mia dignità e al pensiero critico che ha sempre contraddistinto la mia esistenza.
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