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La dipendenza dal gioco d’azzardo si vince con la matematica

Il Politecnico di Milano, pubblica Il Sole 24 Ore, sfida il gioco d’azzardo patologico con la matematica. BetOnMath, il percorso ideato dai ricercatori dei laboratori di Modellistica e Calcolo Scientifico (Mox) e di Formazione, Didattica e Sperimentazione (Fds) del Dipartimento di Matematica, cura alla radice i germi della ludopatia con un itinerario di formazione e sensibilizzazione sui banchi delle scuole superiori.

L’iniziativa, già sperimentata su un gruppo pilota di 22 insegnanti di matematica e 400 studenti, si allargherà nell’edizione al via ad ottobre fino a una “super classe” di 80 docenti e quasi 2mila allievi.

“Bet-on-math”: scommetti sulla matematica, fornisce gli strumenti per un’interpretazione più ragionata dei meccanismi probabilistici e decisionali che stanno alla base della dipendenza.
Il ragionamento è semplice: se le carte sono scoperte prima di iniziare, il “brivido” del gioco può restare – appunto – un brivido. Non sempre di piacere, visti i numeri di un fenomeno che ha movimentato quasi 85 miliardi di euro nel solo 2013 e che coinvolge tutte le fasce di età.
L’intento è quello di fornire delle basi che permettano di capire a una fetta importante di popolazione cosa fa e perché lo fa, proponendo un percorso che anticipi il problema, un paradigma formativo e informativo sulla questione della ludopatia.
Ma quali sono i concetti che difendono dalla ludopatia in maniera “matematica”?
Sono soprattutto due: la bassa probabilità di vincere e l’iniquità del gioco stesso.
1)-La bassa probabilità perché bisogna ricordare che le vincite che attraggono (dalle lotterie alle schedine) sono sempre e comunque improbabili: insomma, il cosiddetto “senso del numero”. Ecco un esempio tipico: vincere al Superenalotto è probabile quanto entrare, bendato, in un Maracanà riempito da 600 milioni di palline e trovare l’unica (!) di colore rosso.
2)-Tutti i giochi d’azzardo sono iniqui perché ridistribuiscono in premi solo una parte della quota raccolta. Tanto che l’unico modo per “rischiare” di vincere è giocare una volta sola: il gioco metodico, contrariamente al pensiero comune, abbassa la probabilità di vincita.
Poi, spiegano gli esperti del Politecnico, ci sono i trucchi: se uno gioca alla slot machine e perde per poco, la macchina produce dei suoni che sono vicini a quelli emessi quando si vince. Così uno non può che pensare: ecco, ci sono quasi… Lo stesso vale per il gratta e vinci, quando inseriscono sequenze numeriche che si avvicinano a quelle vincenti.
Il progetto “Bet-on-math” è tra i nove vincitori 2013 di Polisocial Award, mentre la matematica si mette al servizio del sociale e a fine corso (settebre 2015) i contenuti saranno disponibili su una piattaforma gratuita.
La matematica, oltre a giocare un ruolo nell’industria e nella tecnica, può giocare un ruolo anche nella società. Si deve provare a far uscire le competenze e metterle a servizio della gente, molta della quale è afflitta da “analfabetismo matematico”

Pasquale Almirante

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