Il Miur oltre ad avere convocato la dirigente per chiederle spiegazioni sulla sua strampalata quanto assurda iniziativa ha pure dichiarato al ilfattoquotidiano.it: “Ora la preside deve inviare una lettera di scuse alle famiglie”.
È successo infatti che Anna Maria Altieri, dirigente dell’istituto “Via Micheli” di Roma, ha emanato una circolare nella quale invitava i genitori dei suoi studenti ad opporsi in modo particolare all’articolo 2 del ddl sulla riforma della scuola, che si richiama alle linee guida dell’educazione di genere, che prevede di includere nei programmi scolastici i temi dell’uguaglianza, delle pari opportunità, delle differenze di genere e della violenza contro le donne basata sul genere.
“Visto il silenzio della maggior parte degli organi di stampa” su quanto sta avvenendo, si legge sulla nota firmata dalla dirigente, le famiglie sono invitate “ad approfondire la questione”.
“La realtà che si prefigura nell’immediato futuro (già dal settembre 2015, se passasse la legge attualmente in discussione) è l’introduzione nella scuola di ogni ordine e grado dell’educazione alla parità di genere”, continua la preside, che tira poi in ballo presunte “Linee guida dell’organizzazione mondiale della Sanità per l’educazione sessuale nelle scuole“.
Tra i vari punti contenuti, secondo lei, ci sarebbe “da 0 a 4 anni: masturbazione infantile precoce” e “da 4 a 6 anni: masturbazione, significato della sessualità: il mio corpo mi appartiene. Amore tra le persone dello stesso sesso, scoperta del proprio corpo e dei propri genitali“.
“La dirigente scolastica non deve essersi informata a dovere – tuona il sottosegretario al Miur Davide Faraone -: non c’è alcun emendamento su nessuna teoria del gender. Il ddl in esame al Senato in questi giorni parla di educazione alla parità tra i sessi, prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni. Non vedo come questo potrebbe danneggiare gli studenti, i docenti e le famiglie italiane. Sono cose che le scuola dovrebbe insegnare a prescindere, per sua natura, se vuole educare cittadini consapevoli“.
“È opportuno che la preside spieghi alle famiglie che l’iniziativa è partita da lei e il ministero non c’entra niente”, precisano dal ministero a ilfattoquotidiano.it, aggiungendo che nella circolare non solo è stata dichiarata una falsità, quella sull’articolo 2 del ddl sulla “Buona scuola”.
Questo fatto però, seppure isolato e seppure strambo, dovrebbe suscitare un minimo di riflessione al Miur, dal momento che, nella evidenza dei fatti, la dirigente non ha capito i contenuti di una parte del ddl e ne ha stravolto il significato, al punto tale da emanare una circolare non solo offensiva ma anche violenta e intollerante. E infatti ci chiediamo: se non ha capito la preside, così aspramente richiamata dal Miur, un articolo di un ddl, come potrà mai capire le complessità del lavoro dei singoli docenti della sua scuola all’atto di premiarne il merito? E non solo (fra gli altri non solo): con quale metro misurerà i docenti da assumere nella sua scuola? Chiederà prima la tessera di partito o l’orientamento sessuale?